Un "salto" a Monterenzio (BO)
Trial Race
Il percorso di trial race parte dal parcheggio del campo sportivo e si snoda per 37 chilometri sui crinali apenninici
La bici da Trial Race, somiglia molto a quella che viene utilizzata per la disciplina chiamata Triathlon, ma il design è nettamente diverso, particolare e soprattutto originale. Una delle caratteristiche fondamentali di questo tipo di bici è che si compone di un telaio a traliccio in alluminio, una forcella in acciaio, ruote in alluminio da 20" e raggi in acciaio inox, in riferimento ovviamente al formato standard; un’altra caratteristica è data dai freni: estremamente potenti in grado di garantire la massima sicurezza. In Italia vi sono molti percorsi che permettono di allenarsi al meglio in trialbike, specialmente nelle zone collinari e di montagna.
Per esempio, uno dei più interessanti è quello emiliano che parte da Monterenzio in provincia di Bologna. Situato sull’Appenino al confine tra l’Emilia Romagna e la Toscana, il piccolo borgo grazie alla sua collocazione geografica, offre l’opportunità ai suoi abitanti e non solo, di svolgere una serie di attività all’aria aperta. Il percorso di trial race parte dal parcheggio del campo sportivo e si snoda per 37,5 km circa, data la lunghezza e la difficoltà, è particolarmente impegnativo e adatto a chi ha già dimestichezza con questa disciplina.
La difficoltà si percepisce dall’inizio, abbandonato il parcheggio si prende via Monterenzio chiesa, in salita per poi proseguire in direzione Poggioli, percorrendo via Collina che riprende in parte la Flaminia Minor, antica strada romana che collegava il capoluogo emiliano ad Arezzo attraverso i crinali appeninici. Il primo tratto è infatti asfaltato per diventare poi in terra battuta dopo circa 8 km ed è tutto sul crinale.
Nei pressi della località Godoglia/Selvaretto, è possibile fare una piccola deviazione e andare verso Sasso di San Zenobi, famosa formazione rocciosa ofiolitica che si trova nella valle del torrente Diaterna. Anche qui è prevista una breve salita con una pendenza circa del 15%. Il percorso prosegue in direzione Parco della Martina, su strada asfaltata, tuttavia prima di giungere all’entrata principale del parco, è possibile prendere un sentiero sterrato dove vi è la possibilità di affrontare un single track; diversamente basterà percorrere la strada che costeggia il Parco per rientrare a Monterenzio.
Attualmente sul mercato tra le migliori trial bike vi è quella di Ozonys e precisamente il modello Curve V6 da 2 da 20" è stata progettata per fornire resistenza, alta affidabilità in quanto dotata di un telaio realizzato con dei tubolari a spessore triplo, praticamente a prova di rottura, grazie anche al fissaggio con bulloni M6. Questa bici, è disponibile sia rossa che viola, e pesa appena 8,3 kg.
Molto interessante è anche la nuova bici nata in casa Monty e precisamente il modello M5 2016, di cui si può leggere in questo articolo di Milkyway, che si basa strutturalmente su una innovativa tecnologia, che prevede l’uso di sofisticate fibre di carbonio per il telaio, la forcella e il manubrio. La caratteristica principale rispetto ai modelli precedenti, è quella di avere non più una serie di metalli fusi tra loro, bensì dei filamenti atti a rinforzare la forcella specie nei punti maggiormente sollecitati e quindi critici, come ad esempio l’attacco del tubo dello sterzo del freno a disco.
Cambia il concetto tecnico e pratico di condurre e muoversi in bicicletta, ma non cambia la passione di pedalare, di osservare e di rendersi conto quanto sport, tempo libero e “mens sana” devono a questo fantastico mezzo.
“Volendo pensare invece ad una dote indispensabile per migliorare, è sicuramente quella passione, che si trasforma in tenacia e costanza. Costanza è la parola magica che ci porta ad ignorare le numerose batoste, le escoriazioni, le botte attraverso le quali ogni trial biker deve passare per poter crescere.
Per ultimo, ma non meno importante, ciò che fa di un gran pilota un campione, quello che stabilisce chi, alla fine del campionato sale sul gradino più alto del podio o sta dietro, è LA MENTE, l'autocontrollo, la capacità di concentrazione. Paradossalmente in uno sport così fisico come il nostro, la mente è quella che permette a chi ha su di lei una buona gestione, di dimenticare ad esempio all'istante, uno stupido “cinque” a scuola, un torto subito, il disturbo di un avversario, senza che questi eventi pregiudichino la prestazione globale.
Queste tre qualità, a mio avviso, valevano tanto ieri quanto oggi, e sono quelle che ci ricordano che indipendentemente da una bici da 20" o da 26", da regole di gara differenti a seconda della federazione, pesante 15 o 6 KG, il bici trial è sempre quello ed è sempre il più bello sport del mondo. E lo resterà.” (Luca Cera)