The Jordan Bike Trail (terza parte). Wady Rum, Aqaba, Amman. Ultimi consigli.

Concludiamo la lettura del diario di viaggio di Carlo e Angela che ci ha affascinato. Li troviamo fra difficoltà e problemi. La loro esperienza e i loro consigli aiuteranno chi avrà voglia di cimentarsi in questo cicloviaggio.

 

 

Molti cicloturisti scelgono la Giordania come meta ma in pochi seguono integralmente il Jordan Bike Trail, è indubbio che il percorso è fisicamente duro e a tratti molto tecnico, ma vi darà la possibilità di percorre strade e piste difficilmente individuabili, vi catapulterà in scenari che vi lasceranno senza fiato, attraverso villaggi dove il turismo proprio non arriva, vi darà la possibilità di vivere integralmente, e faccia al vento, il vero volto di questo paese meraviglioso.

TAPPA 11- Da Aabbasiya a   Wadi Rum 40km ,100m d+

La pista sparisce, appare il fango.

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Da Abbasiya la pista è sabbiosa ma abbastanza dura e ci permette di pedalare agilmente, la vastità del deserto è totalizzante ed in lontananza appaiono i contrafforti rocciosi del Wadi Rum. Il villaggio di Quwayrah è l'unico punto dove poter trovare acqua e cibo, facciamo le dovute scorte e dall'altra parte della strada vediamo un'altro cicloturisto. Il sospetto è che sia il ragazzo italiano di cui ci aveva parlato Ali ad Al-Karak?  Mi affianco, e con fare sciolto lo saluto, ciao Federico! La sua faccia è stranita, gli spiego e ci facciamo una risata. Anche lui è diretto al Wadi Rum e decidiamo di continuare insieme. Dopo il villaggio di Quwayrah la pista sparisce, continuiamo a seguire la direzione data dal navigatore pedalando su una distesa di sabbia dura. Il Wadi Rum è sempre più vicino, ma inizia a piovere, prima leggermente ma in breve ci ritroviamo sotto un acquazzone. La sabbia inizia a diventare collosa, sempre di più, finché si trasforma in fango, le ruote si bloccano, la trasmissione e completamente bloccata, continuiamo a piedi, liberando continuamente con le mani le ruote dal fango che si accumula continuamente, in lontananza vediamo una strada, la raggiungiamo e come per miracolo appare una fermata del bus, con tanto di tettoia…ma che bus potrà mai passare per di qua, la strada è una lingua di asfalto che taglia il deserto, nessun villaggio nelle vicinanze.

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Al riparo ci cambiamo e cerchiamo di scaldarci un po', mancano meno di dieci km al nostro alloggio ma continua a diluviare, le strade sono diventate improvvisamente dei fiumi, aspettiamo ma la pioggia non accenna a diminuire, proviamo a contattare la struttura, chiediamo se possono venire a prenderci, e dopo una mezz'oretta ecco che arriva un grosso pickup tutto per noi, carichiamo le bici nel cassone e via. Federico è meno fortunato, non riesce a sentire la sua struttura, ci salutiamo con l'intento di vederci il giorno dopo, dove? Da qualche parte nel deserto. La pioggia nel deserto, un evento raro, le strade sono tutte allagate, ovunque dalle cime delle montagne del Wadi Rum precipitano impressionanti cascate che danno vita a fiumi impetuosi e improvvisi. Arriviamo nel campo tendato in piena emergenza, la corrente è saltata, una fiumana di acqua lo lambisce, il personale prova in tutti i modi ad arginarlo, con le pale, con i rastrelli, per fortuna da un campo vicino arriva una ruspa ed il problema è risolto. Le tende sono quasi tutte allagate a parte un paio, nessun problema, siamo gli unici ospiti e una sistemazione asciutta la troviamo. Il pomeriggio lo passiamo nella tenda principale, un fuoco acceso ci aiuta ad asciugare i vestiti e le ossa.

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Passata l'emergenza, ci ritroviamo nella tenda a bere tchai, sono curiosi ed increduli del nostro viaggio, ma restano allibiti quando, aiutati da Google Maps,  mostro loro le immagini della mia città che non conoscono: Venezia. E' grande il loro stupore quando realizzano che le strade sono canali e le auto sono barche, ma è gente del deserto e la prima osservazione che mi fanno è esilarante: con tutta quell'acqua non avrete mai sete! Il titolare, nell'emergenza, non riesce ad organizzare una cena secondo gli standard turistici, ci propone di accompagnarci in una struttura vicina o di condividere il pasto con loro.

La notte scende nel Wadi Rum, la pioggia si spegne e un immenso cielo stellato si accende.

TAPPA 12 Da Wadi Rum Ad Aqaba 62 km, 225m d+

Non crediamo in quale posto le nostre biciclette ci abbiano portato!

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Ascoltiamo il consiglio che il sito ufficiale ci offre, chiediamo al proprietario se può accompagnarci col pick-up per una decina di km verso sud dove la pista diventa più battuta. Nessun problema, e dopo una breve corsa in macchina tra dune e sabbia raggiungiamo un imprecisato punto nel mezzo del deserto. Scarichiamo le bici, ci salutiamo affettuosamente e appena il pick-up riparte ci ritroviamo nel mezzo del deserto. Ci prepariamo e ci fermiamo un attimo a godere dello spettacolo che ci circonda, siamo soli, la bellezza che ci abbraccia é totalizzante, un deserto costellato di pareti rocciose, rosso, giallo, ocra a sposare un cielo terso e azzurro, viviamo il momento, è solo un anno che pedaliamo, e non riusciamo a credere in quale posto le nostre bici ci hanno portato.

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La pista corre nel mezzo di una meraviglia assoluta, probabilmente il posto più bello dove abbiamo mai pedalato. La pioggia del giorno diventa nostra alleata, ha reso la sabbia dura e compatta, pedalare sarà più agevole. Ritroviamo Federico e condividiamo insieme questa meraviglia. Una breve salita, sabbiosa, l'ultima del viaggio ci porta al villaggio di Titen, il deserto ormai è alle nostre spalle, una valle con troppe attività estrattive ci conduce all'autostrada per Aqaba. Da qui, solo discesa, il Mar Rosso a segnare la direzione. Aqaba, la fine, una foto di rito sul lungomare a segnare il termine del viaggio.

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Sono colmo di riconoscenza, innanzitutto verso mia moglie Angela, un vero trattore mangia dislivelli, condividere con lei tutto questo ha portato ad amplificare le emozioni vissute, verso il popolo Giordano per l'incredibile accoglienza ricevuta e verso il mondo, il creato, per avermi dato l'opportunità di attraversare e vivere tanta bellezza. Un affettuoso saluto a Federico, le nostre strade si sono incrociate nel deserto, chissà che il futuro non ci regali altri incontri, nel frattempo ti auguro tanto vento a favore.  Restiamo ad Aqaba anche il giorno successivo; la città ha una forte connotazione turistica, ma non pressante. Con un taxi raggiungiamo South beach, qualche chilometro a sud di Aqaba e ad un paio di chilometri dall'Arabia Saudita. Alcuni ristoranti e alcuni punti diving; nulla più. Noleggiamo maschere e pinne e godiamo dello spettacolo della barriera corallina. A pochi metri dalla riva veniamo catapultati in un mondo fantastico: pesci di molte specie dai mille colori, coralli, e davanti agli occhi indisturbati si facevano ammirare. Era un sogno? Mai avremmo pensato di ammirare tanto spettacolo. Prendetevi un giorno ad Aqaba e visitate la barriera corallina, consiglio da amici.

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IL RITORNO: da Aqaba con un JETT BUS raggiungiamo Amman, 5 ore di pullman, un biglietto costato meno di una decina di euro, e nessun problema a caricare le bici.

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Due parole anche su Amman

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La capitale della Giordania è una città immensa, dicono che si sviluppa su nove Colli come Roma, in realtà sono molti di più. Prendetevi uno o due giorni per esplorarla, è una tipica città mediorientale, con tanti palazzi tutti uguali, che creano una visione di moderno presepe. Visitate la cittadella con le vestigia romane che domina la città moderna dall'alto di un colle, il teatro Romano e il piccolo ma caratteristico souq che si sviluppa tra il teatro e la moschea maggiore.

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ALCUNI BREVI CONSIGLI

1-Ripeto:Il sito ufficiale del Jordan Bike Trail è uno strumento fondamentale per organizzare il viaggio, tenete solo conto che i dislivelli sono sottostimati di un buon 10/20%, il nostro navigatore, dopo le prime nove tappe il navigatore segnava 1700 metri di dislivello di media.

2-Il popolo giordano è incredibilmente accogliente e disponibile, ma i gruppi di ragazzini possono essere fastidiosi. In una occasione hanno cercato di toccare mia moglie, una volta ci hanno lanciato una sassetto. E’ sicuramente fastidioso, ma restano comunque atti compiuti da ragazzini tra gli otto e i dodici anni; ecco evitate l'orario del termine della scuola quando orme di ragazzi escono tutti insieme.

3-Gli incontri con i cani da pastore sono frequenti, vi abbaieranno rabbiosi ma state tranquilli. Scendete dalla bicicletta, allontanatevi camminando, ed una volta che siete distanti vi lasceranno in pace. Al massimo fate il gesto di raccogliere una pietra, basta solo il gesto. I cani randagi invece sono molto più paurosi e non creano problemi.

4-Noi abbiamo affrontato il viaggio ad inizio del mese di Marzo. Le temperature fresche erano perfette per pedalare. Solo nella depressione della valle del Giordano abbiamo avuto caldo, ma secondo noi era dovuto dalla quota negativa e dalla particolarità del luogo. Penso che anche per tutto il periodo primaverile, almeno fino a maggio le temperature siano buone. Da maggio in poi nel sud si rischia di trovare un caldo eccessivo.

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Abbiamo viaggiato con due bici gravel, con le borse da bikepacking e pneumatici Pirelli cinturato M da 50 mm tubeless. L'idea del nostro primo cicloviaggio nasce da una foto su facebook. Mia moglie Angela viene colpita da una foto, una foto bellissima, un panorama di colline aride, una vastità imponente, una strada sterrata che si srotola sinuosa e un ciclista. Si gira, i suoi occhi splendono, mi guarda e mi chiede, andiamo?

Certamente, rispondo…ma dov'è? La didascalia recita "Jordan bike trail"

Non siamo mai stati in medio oriente, la cosa mi stuzzica subito e non poco: la terra santa, la storia, i paesaggi, il deserto, i beduini, Petra. Ingredienti per un viaggio meraviglioso ce ne sono in abbondanza. Un rapido controllo dei voli e scopriamo che ad Amman ci si arriva facilmente da Venezia con voli low-cost e quindi…che Giordania sia. Non abbiamo esperienza di cicloviaggi, non abbiamo mai caricato le bici in aereo. Le bici le pedaliamo da poco, siamo principianti, sarà un bel banco di prova ma anche un'occasione di crescita, in un mondo, quello del cicloturismo, che da subito ci ha rapito. Trasportare le bici in aereo ci preoccupava un po', ma si rivelerà una cosa abbastanza semplice, recuperati due cartoni dal nostro negozio di fiducia, smontata la ruota anteriore, la sella e i pedali, posizionata la catena sul pignone più grande per far arretrare il deragliatore, abbondante pluriball, infilate le sacche ad ammortizzare il tutto ed il gioco è fatto.

I nostri numeri

12 tappe più 1 di avvicinamento, 770 i chilometri percorsi, 18.000 metri di dislivello positivo. Questi numeri non devono spaventare. Lungo il Jordan Bike Trail è possibile vivere un’esperienza unica come solo la nostra bicicletta può contribuire a darci. Buona strada a tutti. Vedi scheda autori Carlo ed Angela.

Leggi prima parte Jordan Bike Trial

Leggi seconda parte Jordan Bike Trail

Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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