The Jordan Bike Trail. Giordania in bicicicletta con Carlo e Angela. Consigli e info utili per partire.
Il Jordan bike Trail è un percorso "ufficiale", ovvero esiste una traccia già divisa in 12 tappe e un sito di riferimento, dove vengono fornite indicazioni preziose, posti dove dormire, villaggi dove rifornirsi di cibo ed acqua, informazioni sul percorso circa le salite da affrontare, il tipo di strade e mulattiere da affrontare, i tratti di portage e tutte le info di cui si può aver bisogno.
"You are my guest, isn't this your home?"
Sull'accoglienza Giordana si potrebbero scrivere libri interi, noi ne abbiamo un assaggio prima ancora di partire, quando scriviamo all'hotel di Amman se avesse la possibilità di tenerci i cartoni per il trasporto delle biciclette, la sua risposta fu eloquente: " you are my guests, isn't this your home?".
Arriviamo ad Amman nel tardo pomeriggio, la chiamata del muezzin risuona dai numerosi minareti, sarà un suono ricorrente durante il nostro il viaggio. Arrivati in hotel veniamo accolti dal primo tchai alla menta, il primo di tanti, tantissimi altri che avremo occasione di bere durante il viaggio, prepariamo le bici nella curiosità generale. Una volta terminato il montaggio il gestore vince la sua timidezza e mi chiede se può provarla. Al mio consenso i suoi occhi brillarono come quelli di un bambino, il suo fu un tentativo goffo. Ridemmo e ce lo raccontammo davanti ad altro Tchai.
TAPPA 0 : Avvicinamento. Nessuna difficolta’, primi incontri.
Lasciamo il nostro albergo e puntiamo alla stazione nord degli autobus, il primo assaggio di Giordania sarà riassuntivo di quello che ci attende nei prossimi giorni: 8 km e 400 metri di dislivello solo per raggiungere la stazione dei bus. Arrivati alla stazione bisogna trovare gli uffici della JETT BUS, basta chiedere e tutti saranno disponibili a darvi un aiuto. JETT BUS è una compagnia di autobus turistici che collega le maggiori attrattive del paese, vi tornerà utile una volta finito il percorso, per rientrare da Aqaba ad Amman. L'autobus è confortevole, le bici vengono facilmente caricate sul vano bagagli, e con un euro e mezzo raggiungiamo Irbid, l'ultimo centro abitato di una certa rilevanza prima della frontiera Siriana.
Finalmente inforchiamo le nostre biciclette, da Irbid ad Um Quais sono circa 25 km, appena usciti dalla città ci ritroviamo in un ambiente mediterraneo, piante di gelso, olivi e querce costeggiano campi resi verdi dall'inizio della primavera, in leggera discesa la corsa è piacevole, rilassante, raggiungiamo il primo piccolo wadi, la traccia svolta a destra, non capisco subito, poi vedo una mulattiera per niente evidente che taglia un prato, la prendiamo ed inizia una spettacolare discesa sterrata, tanto sterrata, troppo sterrata, che ci costringe ad un breve tratto di portage. Incrociamo due pastori con un gregge di pecore, un saluto, un cenno con la mano per chiedere se possiamo passare e ecco che arrivano i cani con fare aggressivo a proteggere il gregge, calma, scendiamo dalle biciclette e continuiamo a camminare con le bici dal lato esterno a protezione, distanziati il giusto dal gregge i cani ci lasciano per tornare al loro lavoro. Questo succederà spesso durante il percorso, ma tenendo un comportamento simile non abbiamo mai avuto problemi. Anche i wadi da attraversare saranno una costante: la Giordania è sostanzialmente un altopiano che precipita ad ovest nell'asse creato dalla valle del Giordano, dal mar morto e dalla valle d'Arabia che si sviluppa da nord a sud, numerosi wadi (canyon) la percorrono da est a ovest, quindi preparatevi ad attraversarli tutti!
Arriviamo ad Um Quais alla sera e troviamo alloggio in una guesthouse suggerita dal sito del Jordan bike trail. Accoglienza calorosa, un bel tchai di benvenuto e una sontuosa cena. Per tutte le sistemazioni suggerite dal sito il prezzo sarà lo stesso, circa 35€ a persona, compresi di cena e colazione.
TAPPA 1: da Um Quais a Rassoun 75 km 2200m d+
Eccitazione della partenza, i luoghi dove pescava Pietro.
Al mattino, ho in testa solo una cosa, vedere il lago di Tiberiade. La storia di queste terre mi affascina, mi intriga, e così, da una piccola altura riesco a scorgerlo, laggiù iniziò la storia del cristianesimo, nel lago dove pescava Pietro e dove Cristo camminò sulle acque. La tappa prevista sarebbe di 55 km e terminerebbe a Kufr Rakeb, ma non troviamo una sistemazione per la notte, perciò siamo costretti ad allungarla fino a Rassoun, cittadina che si trova sul percorso della seconda tappa…poco male pensiamo, allunghiamo oggi ma accorciamo domani, capiremo poi che i dislivelli proposti dal sito internet sono sottostimati di un buon 10/20%, sarà una prima tappa bella faticosa. Però l'inizio è in discesa, siamo eccitati, e così dopo una salita ed una veloce e divertente discesa ci troviamo nella valle del Giordano…siamo nella valle del Giordano! quasi non ci credo. La valle del Giordano è una profonda depressione a -200 metri sul livello del mare, che raggiunge il punto più basso della terra nel mar Morto a -400 metri slm. È venerdì, giorno festivo per i mussulmani, mangiamo un shawarma distesi tra i frutteti della valle, fa caldo anche se siamo solo a inizio marzo.
Dopo pranzo iniziamo la lunga salita verso Rassoun, fa caldo, è umido, è strano pedalare sotto il livello del mare, ma la strada sale, prendiamo quota, e così ci ritroviamo nel mezzo del venerdì mussulmano…più o meno tutte le famiglie, dopo la preghiera del mezzogiorno, si ritrovano nei prati per fare barbecue, caricano tappeti, griglie e narghilè sui cassoni dei pick-up e via al fresco, nei prati, all'ombra di una quercia…e noi diventiamo l'attrattiva principale di quello strano venerdì; impossibile accettare tutti gli inviti a sedersi con loro, come due atleti al tour de France ci venivano passati bicchieri di the, aranciata, acqua, la gente ci incitava, guardava incuriosita due strani occidentali con le bici cariche salire su per la montagna, è stato veramente coinvolgente. Ad un tratto una macchina ci supera, accosta, scende un ragazzo col thermos di caffè, ce lo offre, due chiacchiere, un saluto, un selfie, una benedizione e via.
Arriviamo a Rassoun al calar del sole, in una luce meravigliosa, dopo 75km e 2200 metri di dislivello. L'accoglienza della famiglia che ci ospita è calorosa, come solo il popolo Giordano sa essere, l'ospite nella cultura musulmana è sacro, e così siamo celebrati.
TAPPA 2: da Rassoun a Khirbet As-Souq 52 km 1550m d+
Terra santa e terra di crociate
Querce, querce e ancora querce. Non pensavo che il nord della Giordania fosse così verde, sicuramente l'inizio della primavera aiuta, ma la giornata di oggi sarà un'esplosione di verde. Si parte in salita, e poi tutta una serie di sali e scendi attraverso magnifiche foreste di querce. Arriviamo al castello arabo di Ajloun tra pullman di turisti, questa non è solo terra santa, è anche terra di crociate, di cavaliere e di battaglie. Una lunga ma confortevole salita ci porta al gpm di giornata, da lì in breve arriviamo al piccolo, piccolissimo villaggio di Khirbet as- souq.
Alloggiamo in una semplice guesthouse, ancora mezza da finire, i proprietari sono persone semplici, ma molto generose, nel portarci la cena il proprietario, che al nostro arrivo stava dando da mangiare alle galline, si cambia l'abito, e si presenta goffo in una camicia bianca.
TAPPA 3: da Khirbet As-Souq a Fusheis 67,5 km 2220m d+
Lezione di pace e di convivenza
Dal villaggio di Khirbet as-souq la strada sale per poco, fino a raggiungere una cresta dai prati verdi sul bordo dell impressionante Wadi Zarqa. La vista è imponente, rocce rosse e zone d'erba verde a contrastare un cielo azzurro. Sotto di noi, 1000 metri sotto di noi, nel fondo del Wadi, frutteti si snodano lungo il corso d'acqua che nei millenni ha eroso le rocce creando uno scenario meraviglioso.
La discesa è lunga, tecnica, ed una volta raggiunto il fondo del Wadi, circondati da aranceti, solo pochi metri ci sono concessi per rifiatare, subito la strada si impenna per risalire il lato opposto della valle, una volta terminata, una lunga sezione sul bordo del canyon ci farà godere di alcune viste maestose, ma la giornata non è finita, un altro wadi da scendere e risalire, arriviamo al villaggio di Rumeimeen, in cima al lato opposto della valle, decisamente stanchi, al piccolo market del paese beviamo un meritato caffè, il più è fatto. Stravolti raggiungiamo Fuheis, cerchiamo il posto dove dovremmo alloggiare, la chiesa greco-cattolica, ma non è così facile, perché a Fuheis, cittadina con 19000 abitanti, convivono pacificamente un paio di moschee, una chiesa greco-ortodossa e una greco-cattolica. Infatti sbagliamo chiesa, una ragazza del posto, cristiana, ci guida verso quella giusta, ma non abbiamo fatto i conti con il calendario…è domenica sera, ora di messa. Ci mettiamo ad aspettare silenziosi, la porta della chiesa si apre per un attimo e restiamo allibiti, la navata è stracolma di persone, il fumo dell'incenso pervade l'aria, i canti sacri risuonano. La messa finisce, suonano le campane, nel frattempo il muezzin richiama alla preghiera i fedeli mussulmani, siamo in terra santa, siamo tutta "gente del libro" come ci dicono i fratelli mussulmani e stiamo assistendo ad una bellissima lezione di pace e convivenza.
Dormiamo in una comoda stanza nella sacrestia per una decina di euro circa a testa.
TAPPA 4: da Fusheis a Madaba 60 km 2000m d+
Osservare la Terra Promessa dallo stesso punto di Mosè.
La giornata si prospetta faticosa, ma inizia bene, ci lasciamo alle spalle le foreste del nord e iniziamo ad addentrarci negli aridi altipiani del centro, la strada sale morbida, maciniamo metri di dislivello senza troppa fatica ed arriviamo ad Addasiya relativamente freschi, ma da qui in poi le cose cambiano, la strada sterrata sale forte, tutta esposta al sole, in compenso la vista sulla sottostante valle del Giordano ripaga di ogni sforzo. La salita finisce, seguiamo la traccia, la strada diventa un single track che a volte si perde nella bassa e rada vegetazione, controllo la mappa, ci siamo, stiamo aggirando la sommità del monte Nebo, ci emozioniamo nella luce calda del tardo pomeriggio, fermi ad osservare la terra promessa dallo stesso punto in cui la osservò Mosè dopo aver guidato il suo popolo fuori dall'Egitto e dalla schiavitù.
Una veloce strada in leggera discesa ci porta a Madaba, città dei mosaici, dove nella chiesa di San Giorgio è custodito il famoso mosaico chiamato "mappa di terra santa", una delle più antiche mappe, con le indicazioni per raggiungere Gerusalemme da oltre 150 località. Dormiamo in uno dei molti hotel della città facilmente prenotabili su booking e ceniamo sulla terrazza con vista sulla chiesa.