Continua il cicloviaggio di Riccardo Gandolfi. Cosa racconta in Bretagna e Normandia?
Riccardo Gandolfi vi invita a percorrere la seconda parte del suo cicloviaggio. Sbarcato in Francia, a differenza del tratto inglese dal Devon alla Cornovaglia, legato a temi mistici antichi, qui prevalgono aspetti paesaggistici e della memoria. Un incontro con la Storia e con la scenografica visione di Le Mont San Michel.
Il mio viaggio in terra francese inizia a Roscoff. Circa 2.500 km che vanno dal dipartimento di Finistère, in Bretagna fino alla Provenza-Alpi-Costa Azzurra, attraverso le principali città di Bretagna, Normandia, Paesi della Loira, Nuova Aquitania, Occitania.
Da Roscoff ad Arromanches-les-Bains
Da Roscoff a Guingamp 80 km
Sbarco verso le 7 di una mattinata uggiosa e nebbiosa dal traghetto che mi ha portato da Plymouth al porto di Roscoff. L’atmosfera francese mi rigenera dalla attraversata ed inizio la prima tappa del percorso. Il tragitto programmato è relativamente breve, 80 km fino a Guingamp, programmato così posso riprendermi dalla notte in traghetto. La chiesa gotica di Notre-Dame-de-Kroaz-Baz di Roscoff è la prima sosta di pregio.
Lungo strade secondarie caratterizzate da uno stile molto simile a quello fino a ieri percorso in territorio inglese raggiungo Saint-Pol de Léon e ammiro la Chapelle Saint-Pierre e il cimitero. Inizio a a percorrere l'Euroroute, un insieme di strade e sentieri in parte sterrati e in parte asfaltati, che mi conducono a Morlaix, cittadina medievale, che attraverso lungo ben conservate strade acciottolate e case a graticcio. Un alto viadotto ferroviario a due livelli, lungo 292 metri e alto 62 metri, incombe su me. Mi soffermo affascinato dalla sua struttura: il livello inferiore ha 9 arcate e sostiene i 14 archi del livello superiore, mi ricorda le Pont du Gard, nel sud della Francia.
Da Wikipedia
A Guingamp rimango sorpreso dalla bellezza che sprigiona questo villaggio. Non è solo un punto di passaggio; percorrere vie e viuzze lastricate mi rinfranca dalla stanchezza e mi rilassa, mentre godo della vista delle sue tante abitazioni a graticcio e dai bastioni che la proteggevano.
Tourisme Bretagne
Un consiglio ai viaggiatori: leggete bene i dettagli delle prenotazioni degli alloggi! L’hotel che avevo prenotato la domenica apre il check-in alle 19, pura follia per chi arriva stanco dopo tanto pedalare. San Booking mi viene in soccorso e trovo un albergo della catena Ibis a pochi chilometri di distanza al quale posso dirigermi, con l’ultimo sorso di batteria rimastami. https://www.komoot.com/it-it/tour/1421181458
Da Guingamp a Saint Malo 109 km
La mia seconda giornata in terra francese inizia con entusiasmo dopo una buona dormita e un’abbondante colazione. L’amico Komoot mi suggerisce che non mi devo aspettare grandi salite e prevede un percorso di cinque ore di pedalata. Mi fido sempre poco, ma lo scoprirò solo pedalando. A Yffiniac non posso fare a meno di soffermarmi davanti a un grande trompe-l’oeil che raffigura Bernard Hinault, nato in questa città e comprendo le ragioni della passione per il ciclismo di questa zona.
Dopo Lamballe comincio a immergermi nella Foresta di Saint-Aubain La Hunaudaie, seguendo una bella strada liscia e asfaltata che attraversa il bosco, regalandomi un bel fresco e rilassanti profumi.
Poco prima di uscire dalla foresta trovo l’Étang de la Nauvinais, un laghetto naturale tranquillo. Il pannello che lo descrive ricorda che qui è tutelata la biodiversità. E’ un’oasi per gli uccelli migratori. Percorro queste strade senza trovare agglomerati urbani ma solo poche case sparse nella campagna, per lo più fattorie. Dopo circa 75 km faccio una breve sosta, davanti alla Chapelle des Templiers, anch’essa costruita nel nulla.
Poco prima di arrivare a Lancieux, dove la strada spiana leggermente, appare il Mulino a vento di Lancieux. Il vecchio mulino a vento che risale al XVI secolo E’ un bellissimo incontro. Scatto alcune foto per condividerle con amici. Contento, proseguo con la fiducia che quanto mi sarà dato di vedere sarà ancora più intenso.
Poco distante mi appresto ad attraversare il Viaduc de Frémur, il ponte che permette di attraversare l'estuario del Frémur, confine naturale tra Ille-et-Vilaine e Côtes-d'Armor. Faccio attenzione perché non c’è la corsia riservata alle biciclette ed è un punto di passaggio obbligato, molto trafficato. C’è la bassa marea, a destra e a sinistra intravedo le barche spiaggiate in attesa che la marea monti.
Attraversato il ponte, arrivo a Saint-Briac-sur-Mer e, ad un crocevia, sopra la farmacia, vedo il poster di una delle più iconiche fotografie dello sbarco, il soldato che bacia una bambina, “Il bacio della liberazione” del fotografo di guerra Tony Vaccaro. Un tuffo al cuore in attesa di quanto mi aspetta.
Attraverso Dinard, respiro la sua aria da Nizza del Nord e raggiungo l'imbarco del battello che mi porta a Saint-Malo.
Dopo l’attracco costeggio meravigliato le austere mura di una delle più belle città della Regione, ricca di storia, con magnifici bastioni e un centro storico fra i più suggestivi della Bretagna! Si tratta di una famosa città fortificata in riva al mare, città magica con i suoi bastioni magnificamente restaurati.
All’interno della cinta muraria si irradiano strette stradine dove è possibile mangiare magnificamente. Per la stanchezza scelgo, in senso letterale, il primo che trovo, il Cafe Simon, dove mangio un buonissimo plateau di crudités con ostriche bretoni. https://www.komoot.com/tour/1422004730
Da Saint Malo a Le Mont Saint Michel 61 km
Salgo in bicicletta subito poco dopo l'alba. Devo percorrere circa 50 km dall'albergo all’isola. Per non lasciare incustodita bicicletta e i bagagli ho prenotato il noleggio di una bicicletta e, per sicurezza, la visita all'Abbazia per le 10. Esco da Saint Malo e pedalo lungo una lunga, diritta e pianeggiante strada, molto trafficata, che corre parallela al mare e mi consente di percorrere la distanza in poco tempo.
Avvicinandomi, attraverso la campagna e intravedo, in lontananza, l'Abbazia. La bicicletta che noleggio è un po' scassata ma non devo percorrere una lunga distanza. Dopo poco più di 1 km l'isolotto tidale si manifesta in tutta la sua imponenza.
Mi avvicino al "barrage sur le Couesnon", una diga costruita per evitare che si accumulino sedimenti sabbiosi. Infatti, l'isola sorge su una baia soggetta al fenomeno delle sabbie mobili, con una marea che raggiunge un'ampiezza di circa 14 metri di dislivello e risale molto rapidamente. Nel 2024, questa velocità ha causato talvolta annegamenti e frequenti disagi per le automobili lasciate parcheggiate nelle parti più basse. Proprio le maree e questa particolare conformazione della baia hanno contribuito, nei secoli, a renderla difficile da espugnare. La diga ha delle paratoie che, durante l'alta marea, si aprono e fanno risalire l'acqua del mare nel fiume Couesnon; al contrario, quando la marea si abbassa, queste si sollevano e l'acqua defluisce verso il mare, creando una sorta di effetto "sciacquone", che riporta in mare i sedimenti accumulati.Approdato di nuovo alla terra ferma, mi trovo ai piedi del monumentale complesso dell'Abbazia.
Inizio il mio tour seguendo il percorso inverso a quello consigliato, in questo modo, entrato nel cortile del Palazzo dove si trova la Gendarmerie, lego la bicicletta e salgo verso la sommità seguendo Les Fenils, un'irta strada con gradini e gradoni mi porta verso l'Abbazia. Supero il Museé Historique ed arrivo ai Giardini Della Croce di Gerusalemme, da dove si accede all'interno della parte gotica dell'Abbazia, la Merveille, la Meraviglia, un vero gioiello architettonico.
Una struttura a tre livelli, che raggiunge un'altezza di 35 metri, sostenuta da sedici contrafforti. Al piano terra è stata ricavata la cantina, a livello intermedio la stanza dei cavalieri e la Stanza delle Ostie, al livello superiore il chiostro e il refettorio. Ogni piano era utilizzato per funzioni pubbliche o monastiche. “La salle des Chevaliers” era anche chiamata scriptorium. Probabilmente veniva utilizzata per il lavoro di riproduzione dei manoscritti e per la lettura, lo studio e la meditazione.
Il terzo livello dell'edificio della Merveille contiene un chiostro pensile, retto dalle volte della Sala dei Cavalieri, con uno splendido giardino sospeso tra cielo e mare, circondato da doppie file di colonne e pennacchi scolpiti, realizzati in granito, pietra e marmo. La Chiesa dell'Abbazia si trova sulla sommità del monte. Presenta stili architettonici differenti, l'altare e la navata circostante sono in stile gotico, mentre la navata centrale e gli archi arrotondati ricordano che, originariamente, la chiesa era stata costruita in stile romanico. Quello che mi colpisce, come per l'Abbazia di St. Michael's Mount, è il fatto che la parte dedicata al rito religioso è molto limitata rispetto allo spazio dedicato all'aspetto militare. Sia in Francia che in Cornovaglia, sembra che si sia privilegiato l'aspetto guerriero del Santo più di quello mistico.
Terminata la visita percorro in discesa le tortuose e affollate stradine che portano verso le tre porte di uscita del complesso abbaziale, la porte de l'Avancée, la porte du Boulevard e la porte du Roi. Discendo lungo la Grande Rue, lascio alla mia destra la chiesa parrocchiale di Saint-Pierre e il suo cimitero, che ospita una statua d'argento dedicata a San Michele arcangelo. Prima di uscire prenoto e pranzo in uno dei tanti ristoranti che si aprono su questa via.
Rivolgo un ultimo sguardo alle imponenti fortificazioni militari dell'isola, risalenti alla Guerra dei 100 anni fra Regno d'Inghilterra ed Regno di Francia, tra il 1337 fino al 1453 e mi avvio a riprendere "armi e bagagli" dal negozio di noleggio, Bik'inbaie a Beauvoir. Gli ultimi 10 km, partendo dal negozio di noleggio fino al B&B a Roz-sur-Cuesnon, presentano gli ultimi due molto impegnativi, con pendenze fino al 9%. Proprio prima di impegnarmi su questa salita mi concedo una breve pausa, per "schiacciare" un breve pisolino in un ambiente bucolico e ombroso e preparami all'ultima fatica. Arrivo intorno alle 15 al B&B, Au Detour du Mont a Roz-sur-Cuesnon dove posso mettere la bicicletta al sicuro nel giardino interno e ceno insieme ai proprietari e ad altri ospiti. La proprietaria è cuoca e, molto gentilmente, ha preparato un menu a base di pesce, assolutamente senza glutine. Una serata impegnativa, perché tutti i commensali parlavano un francese con un forte accento del nord e, come ho avuto modo di verificare in tanti anni, è molto diverso da quello al quale mi sono abituato nei lunghi anni passati a collaborare con aziende provenzali. https://www.komoot.com/it-it/tour/1415171111
Da Roz-sur-Cuesnon a Sainte-Marie-du-Mont 125 km
La proprietaria della Gites mi ha preparato la colazione prima dell’orario normale, questo mi consente di partire in anticipo. Non sono giornate particolarmente calde, ma preferisco evitare di essere lontano dalla meta nelle ore più calde del giorno.
Percorro circa 30 km e la traccia di Komoot mi avverte che sto arrivando ad Avranches, dove ci sono alcuni punti da visitare. La città di origine romana è conosciuta come la Città dei Manoscritti; nel suo museo sono custoditi alcuni dei manoscritti di Mont-Saint-Michel, quasi 200 testi, originali e copie, tra cui il Timeo di Platone. Costeggio le mura del Museo e arrivo alla basilica di San Gervasio in stile neoclassico.
Qui viene conservato il tesoro di Saint-Gervais, comprendente la reliquia del cranio del vescovo sant'Uberto, fondatore dell'abbazia di Mont-Saint-Michel, nell'VIII secolo. Questo cranio presenta un insolito foro naturale, forse dovuto a una ciste o a un tumore. Questo avrebbe contribuito alla leggenda dopo la sua morte. Si narra infatti che egli si sia addormentato sul Monte Tomba. Ebbe la visione dell'Arcangelo Michele, che, per tre volte, gli ordinò di erigere, in quel punto, una chiesa in suo onore, per ricordare il luogo dove aveva sconfitto il maligno. Il Vescovo, per tre volte, nel sogno, rifiutò di farlo. Era impossibile costruire una chiesa su quest’isola rocciosa posta alla foce del Couesnon; una falesia ardita, arida e solitaria, collegata alla terra ferma solo con la bassa marea, infestato da bestie feroci e abitato solo da pochi eremiti. Alla fine, l'Arcangelo gli intimò di non esitare più, di costruire la Chiesa e, per convincerlo, gli infilò con forza il dito sulla fronte, lasciandogli un'impronta. Quando si svegliò il Vescovo sentì la cavità sulla fronte e comprese la verità dell'ordine. |
All'interno della basilica è installato un carillon composto da 32 campane, compreso un bordone di 6434 kg, la seconda campana più pesante della Normandia.
Mentre fatico su una delle tante salite che mi conducono alla Gites trovo un cicloturista che spinge la sua bicicletta carica di bagagli. Io riesco a raggiungerlo grazie al supporto della batteria, lo affianco e, giustificandomi per il fatto di essere “dopato” dalla batteria della mia e-bike, lo supero. Mi fermo ad aspettarlo dove la salita si fa meno impegnativa. "Vengo dall’Ecuador e non essere molto allenato. Ho sottovalutato queste salite." " Mangiamo delle barrette energetiche e facciamo un tratto insieme?" Pensavo alla dedica di Fernando Da Re che nel suo libro "Con l'Armenia nel cuore" scriveva: Ognuno è frutto della terra a cui appartiene ma anche delle strade che percorre. Poi le nostre strade si separarono: la mia verso Saint-Marie-du-Mont, qella di Paulo direzione Cherbourg. Superata la cittadina di Carentan arrivo ad un bivio e vedo il Dead Man's Corner Museum.
Questo bivio fu battezzato il Carrefour de l'Homme Mort, un carro armato americano vi fu distrutto durante i combattimenti per la liberazione di Carentan e morì un ufficiale americano. L'attuale museo è stato, prima, il quartier generale dei difensori tedeschi di Carentan fino al 6 giugno 1944 poi, dopo la conquista della città, divenne un ospedale da campo. Arrivo finalmente a Saint-Marie-du-Mont, mi dirigo verso la piazza principale del paese, dove posso visitare la chiesa, testimone degli scontri avvenuti dopo lo sbarco. Una targa ricorda come, dal 6 giugno del 1944, la chiesa sia passata più volte di mano fra tedeschi e alleati. Una targa ricorda il paracadutista Larry Legere, maggiore dell'esercito americano, che era atterrato lontano dai suoi uomini. Mentre cercava di ricongiungersi alla truppa, venne intercettato da una pattuglia tedesca. Fortunatamente parlava un buon francese, così, protetto dall'oscurità della notte, urlò «Scusatemi! Sto tornando dalla casa di mio cugino», mentre la pattuglia esitava, lanciò una bomba a mano e riuscì a fuggire uccidendo i nemici.
Ho inviato la foto ad un amico, maresciallo della guardia forestale scrivendo: "questo potevi farlo anche tu!" sottintendendo la notoria prontezza di spirito, spavalderia e ironia che lo caratterizzano, come la terra di Romagna che gli ha dato i natali. Mi ha risposto che, in tutta onestà, avrebbe avuto solo molta paura...Finito il giro esterno della chiesa mi dirigo verso l'interno e ammiro la navata e l'altare, ricostruite dopo le distruzioni.
https://www.komoot.com/it-it/tour/1669821831
Da Saint-Marie-du-Mont ad Arromanches-Les-Bains 117 km
Lascio Saint-Marie-du-Mont molto presto, ho molti chilometri da percorrere e voglio avere il tempo per visitare le spiagge dello sbarco. Gli alleati si suddivisero l’area in cinque settori ai quali vennero assegnati questi nomi in codice:
● Settore americano: Utah Beach. ● Settore americano: Omaha Beach. ● Settore britannico: Gold Beach.
● Settore canadese: Juno Beach. ● Settore franco-britannico: Sword Beach.
Oggi ho in programma di visitarne due, Utah Beach e Omaha Beach. Mi dirigo verso Sainte-Mère-l'Église, raggiungo il centro e arrivo alla Chiesa immortalata in molti film dedicati allo Sbarco.
La chiesa, databile tra l'XI e il XIII secolo, fu in gran parte distrutta quando venne bombardata per respingere i cecchini tedeschi che si erano rifugiati nel campanile. La moderna vetrata del portale raffigura lo sbarco aereo delle truppe americane. Inevitabile guardare in alto, verso la guglia della chiesa dove è appeso un paracadute che sostiene un manichino con gli abiti da soldato, in ricordo dell’avventura del soldato Steele, che vi rimase impigliato la notte del 6 giugno. Per due ore finse di essere morto, mentre sotto di lui infuriava lo scontro armato. Alcuni edifici erano in fiamme e illuminavano i paracadutisti che divennero facili bersagli per le forze tedesche che occupavano la cittadina. Alcuni vennero risucchiati dalle fiamme, altri rimasero appesi ad alberi e pali e furono uccisi a colpi di arma da fuoco prima di riuscire a liberarsi. |
Il paracadute, l’uniforme e l’equipaggiamento del manichino vengono sostituiti due volte all’anno per via del clima piovoso della zona. L’episodio è stato immortalato nel film Il Giorno Più Lungo, con l’attore Red Buttons a interpretare Steele. Dal B&B a Sainte-Mere-Eglise: https://www.komoot.com/tour/1926779751
Prima di uscire dalla città passo davanti all’Airborne Museum dove si rende omaggio a questi coraggiosi. Disposto su quattro aree, si possono vedere un aliante Waco e un aereo Douglas C47. Lungo la strada che mi porta a Utah Beach, trovo cippi e altri monumenti a ricordo dei caduti nelle battaglie che qui infuriarono. Questo settore va da Sainte-Marie-du-Mont a Quinéville fu scelto con lo scopo di conquistare rapidamente il porto di Cherbourg. Lo sventolio delle bandiere inglesi e francesi che affiancano il monumento ai marinai mi accoglie e annuncia l’arrivo alla spiaggia.
Mi faccio largo nel traffico di pedoni e cicloturisti e arrivo al Memoriale di Utah Beach e al Museo dello Sbarco Alleato. Il Museo è stato costruito nel punto in cui sbarcarono le truppe americane. Pezzo forte della collezione, un autentico bombardiere B-26.
Cammino sulla sabbia e penso all’immane sforzo di chi vi sbarcò sotto il fuoco del nemico, senza alcun riparo.
Continuo la visita provando un profondo senso di vergogna, perché, come italiano, sono consapevole del fatto che eravamo schierati dalla parte sbagliata della storia. Qui ci sono alcuni dei monumenti più iconici delle spiagge dello sbarco, l'omaggio ai marinai, le statue dei soldati americani che escono da un mezzo anfibio da sbarco. Una bagnarola salendo sulla quale si prova una sensazione claustrofobica, perché è molto piccola e sembra fragile. Non ho il tempo di entrare all’interno, ma anche camminando lungo il perimetro si possono vedere le tracce della battaglia e vedere un carro armato che sembra messo a guardia del museo.
Proseguo verso Omaha Beach, arrivo alla ciclabile che segue il Canale di Carentan fino alla passerella che permette di superare la chiusa. Da qui proseguo verso Isigny-sur-Mer un porto di pesca attorno al quale è possibile esplorare il quartiere Hogues pescatore e il canale fino alla baia di Veys, sede di vari uccelli e mammiferi marini. La qualità dell'ambiente rende possibile per Isigny-sur-Mer di far parte del Parco Naturale Regionale del Cotentin e del Bessin. Qui si possono ammirare delle bellissime case a graticcio.
Dopo circa 10 km dalla città arrivo al Cimitero militare tedesco di La Cambe per un doveroso omaggio anche a questi giovani tedeschi che pagarono a caro prezzo le follie dei loro capi nazisti.
Il Cimitero emana un senso di pace che contrasta con la sua essenza di muto testimone di dolore e orrore; a poco più di 7 km, attraversata la città di Grandcamp-Maisy, mi trovo davanti l’imponente Monumento alla pace nel mondo, eretto nel 2004, vuole auspicare la conquista della pace; sul monumento sono presenti alcune frasi scritte in una lingua orientale.
Una lunga strada bianca ciclabile costeggia il mare e porta da Grancamp-Maisy a Saint-Pierre-du-Mont. Lungo questo percorso è possibile vedere i resti dei bunker tedeschi posti a difesa delle coste e le alte falese di granito sulle quali si erano arrampicati i ranger. In particolare, intravedo, da lontano, il Pointe du Hoc, la cui difficile e sanguinosa conquista è ben descritta nel film “Il giorno più lungo”. Presa d’assalto al mattino del 6 giugno dai Rangers del Colonnello Rudder, la Pointe du Hoc era una delle piazzeforti delle fortificazioni tedesche. Sul sito è possibile, ancora oggi, vedere i crateri provocati dai bombardamenti alleati. Arrivo a Omaha Beach, presso Colleville-sur-Mer, il punto dove lo sbarco rischiò di fallire.
Le pesanti perdite subite dalle truppe americane nel D-Day gli fecero guadagnare il triste soprannome di Bloody Omaha, “Omaha la sanguinante “. Il Normandy American Cemetery (Cimitero americano di Colleville) fu realizzato nel cuore di un’area di 70 ettari concessa dalla Francia agli Stati Uniti. Non lontano dal cimitero si trova l’emblematica Pointe du Hoc. In questo settore si trova il bunker 65 della difesa tedesca. Una targa commemorativa ricorda che il bunker fu il primo quartier generale per l'organizzazione del traffico dalla spiaggia all'entroterra. Il memoriale davanti al bunker è dedicato allo sbarco della 2ª Divisione di Fanteria "Testa indiana" il 7 giugno.
A circa 6 km dalla mia meta, passo accanto ai resti delle batterie tedesche des Longues,vicino a Longues-sur-mer. Nel tardo pomeriggio arrivo a quello che rappresentò il cuore dello sbarco, Arromanches-Les-Bains. La città deve la sua fama ai resti del porto artificiale. Fu un importante punto di approdo e venne scelta per accogliere i porti di sbarco artificiali conosciuti come Port Mulberry,146 cassoni in cemento affondati a formare un frangiflutti semicircolare a cui furono ancorati ponti galleggianti. Grazie alla bassa marea, posso osservare le impressionanti immagini che, ancora oggi, offrono i resti del porto artificiale.
https://www.komoot.com/it-it/tour/1672460972