Dal Devon alla Cornovaglia, tutto sulla Linea del Drago o Linea di San Michele, tracce gps
La scelta di questo percorso soddisfa la volontà di compiere una sorta di pellegrinaggio, laico ed esoterico, per toccare luoghi considerati centri di irradiazione di forte energia magnetica terrestre, grazie alla presenza di dolmen, menhir, grandi cattedrali o, comunque, luoghi di culti antichi.
Mi trovo nella contea di Wiltshire da dove decido di partire per arrivare a Stonehenge, raggiungere Glastonbury e, da lì, attraversando Devon e Cornovaglia, arrivare in Francia. Il programma prevede di raggiungere il Dipartimento bretone di Finistère, visitare la Normandia e la Bretagna, percorrendo le ciclovie francesi che, dall'Atlantico, portano al Mediterraneo, per poi rientrare in Italia, passando dalla Provenza e le Alpi francesi. Mi spingerò fino alle spiagge dello sbarco in Normandia, che, nel 1944, determinò una svolta decisiva alla Seconda Guerra Mondiale.
Parte Prima: Devon e Cornovaglia
Mi attira in particolare la Linea del Drago o Linea di San Michele, una delle rette che toccano questi punti ricchi di energia, già considerati di grande valore spirituale in secoli passati: St Michael’s Mount in Cornovaglia, Le Mont Saint Michel in Francia e la Sacra di San Michele in Val di Susa. Sono i tre dei sette santuari dedicati al Santo. Gi altri quattro sono Skellig Michael in Irlanda, San Michele in Puglia, il Monastero di San Michele in Grecia e il Monastero di Monte Carmelo in Israele. Studiando la distribuzione di questi santuari, non ho potuto fare a meno di osservare come anche alcune strutture megalitiche, come Avebury, Stonehenge e Carnac, siano poste su una stessa linea e che, inoltre, Avebury e Stonehenge rappresentano i vertici di un triangolo che include la città di Glastonbury. Può sembrare un gioco, e con entusiasmo mi accingo a partire alla mia età, con la mia ebike da trekking, al fine di attribuire un significato a conforto della mia curiosità. Mi aspettano circa 550 km, 5000 metri di dislivello per un totale di 40 ore.
Ad Avebury dedico il pomeriggio a passeggiare sui sentieri che attraversano il più ampio cerchio di pietre del mondo, risalente a circa cinquemila anni fa. Le grosse pietre sono disposte in un cerchio che raggiunge un diametro di quasi 350 metri. Il sito è meno conosciuto del suo vicino, Stonehenge. Proprio perché meno conosciuto, meno affollato è più suggestivo, molti lo preferiscono a Stonehenge. È più antico ed è sviluppato su un'area più grande del suo parente più famoso e, a differenza di quest’ultimo, all'interno dell'anello di pietre si è sviluppato l’intero villaggio. Emozionante camminare lungo sentieri urbani ed avvicinarsi alle pietre antiche, pur se dell’originale è rimasta solo una piccola porzione perché, in epoca medievale, quando il passato pagano creava imbarazzo alla chiesa, molte pietre vennero rimosse o sotterrate.
Addentrandomi in un boschetto limitrofo a uno dei cerchi, mi colpisce il fatto che alle radici di due alberi secolari che si sovrappongono, qualcuno ha messo due fiocchettini, uno rosa e uno azzurro, come ad indicare il rapporto uomo-donna. Mi riportano alla mente altri due alberi che si trovano lungo una strada secondaria che, da Donoratico, porta a Castagneto Carducci dove una quercia si avvolge a un cipresso. Invece di rispettare e ammirare questa composizione creata dalla natura, qualcuno ha posto un cartello "La Quercia puttana". Sicuramente il nome popolare con cui sono noti. Questa estate qualcuno lo ha parzialmente distrutto, forse per rivendicare il rispetto della quercia. Continuando a passeggiare accanto a queste pietre, osservo un gruppo di "streghe", probabilmente spagnole, che meditano e festeggiano l'avvicinarsi del solstizio d'estate. Presso Il Red Lion, unico pub al mondo all'interno di un cerchio di pietre nonché unico punto di ristoro del villaggio, consumo la cena prima di trascorrere la notte al confortevole B&B Dorwyn Manor, proprio davanti ai cerchi di pietra.
Da Avesbury a Stonehenge e Frome 89 km.
Dopo una buona colazione e con la temperatura più confortevole, ripercorro la strada che costeggia i cerchi di pietra. Una lunga una strada di campagna, attraverso campi e villaggi dove osservo con curiosità i tetti di molte case, realizzati con una sorta di paglia nera. Il tetto di paglia è una tipologia costruttiva molto diffusa non solo sulle isole britanniche, ma anche in diverse regioni del Nord Europa. Una volta questo tipo di copertura era propria delle abitazioni più povere, oggi, con lo svilupparsi delle tecniche di bioedilizia, sono sempre più diffuse. La contea del Devon ha la maggior quantità di edifici storici con tetto di paglia nel mondo.
Nella zona di Knap Hill, caratteristica per le mandrie di vacche al pascolo, proprio il passaggio di una di queste mi obbliga a una sosta forzata ma attaente. Dopo circa 18 km comincio a costeggiare la Salisbury Plain Training Area, un'ampia zona costellata da segnali che indicano "Attenzione passaggio carri armati"! Non è uno scherzo, perché con i suoi 94.000 acri abilitati alle esercitazioni militari, questa è la più ampia area di addestramento militare della Gran Bretagna. All'interno di questa area protetta e invalicabile, si trova Copehill Down, un “villaggio” artificiale utilizzato per allenamento per operazioni aeree e terrestri in aree edificate. Mi avvicino alla prima tappa della giornata; arrivo alla città di Larkill e con sorpresa le strade che dovrebbero portarmi nelle vicinanze di Stonehenge sono chiuse per lavori. Nei vari giri che faccio per cercare di avvicinarmi alla meta, percorro un sentiero e osservo delle strane strutture disposte, apparentemente, a caso. Alcune persone camminano all'interno della recinzione che delimita questa area e sembrano salire sopra uno di questi oggetti.
Google mi dice di essere arrivato al cerchio di Woodhenge, che risale al neolitico ed ha la caratteristica di essere costituito da oggetti in legno, anziché in pietra. In tutti i casi fa parte del sito in cui si trova Stonehenge. Girovagando, trovo una strada secondaria che corre a sud, verso Stonehenge e, seguendo la fila di persone in movimento, arrivo ad un punto panoramico dal quale, pur se lontano, mi permette di cogliere fotografie utilizzando lo zoom del cellulare, a quello che è considerato il più famoso cerchio di pietra del mondo.
(foto wikipedia)
Stonehenge è un imponente cromlech («circolo di pietra» in bretone) composto da un insieme circolare di colossali pietre erette sormontate da architravi orizzontali di collegamento. Ciascuna pietra posta in verticale pesa quasi 25 tonnellate. Probabile che siano state erette tra il 3000 a.C. e il 2000 a.C., Resta un mistero lo scopo del monumento, salvo che non si faccia nostra l'ipotesi delle linee di forza e dei siti posti in punti nevralgici di queste linee, come una sorta di aghi utilizzati nell'agopuntura tradizionale cinese. Avvicinarsi di più al sito è quasi impossibile, per le numerose automobili e pullman che scaricano in continuazione “greggi” di turisti che seguono il percorso verso il cerchio. Nulla di paragonabile alla pace respirata in giorno prima ad Avebury.
Ammirato, da lontano, questo monumento, mi dirigo verso Frome. A mio rischio e pericolo, sfidando le automobili che sfrecciano a velocità sostenuta, riesco ad attraversare, non so ancora come, la A303 e, ritornato sulla strada, mi dirigo verso la meta finale della giornata. Fino a Frome, pedalo seguendo strade secondarie e sterrate, attraverso una vasta area di prati e riserve naturali. Pochi i punti di ristoro; uno di questi è il The Bridge Inn, sul River Avon all'altezza di Upper Woodford.
Mi appresto ad affrontare una salita non troppo impegnativa con una pendenza costante che mi obbliga ad una pedalata faticosa, compensata da un panorama caratterizzato da greggi al pascolo, immote, ma che mutano la loro conformazione in avvicinamento. Una decina di chilometri dopo inizia una sezione della NCN 24, tratto caratterizzato da strade tranquille, che attraversano campagne e villaggi con edifici dal tetto di paglia e cottage con giardini fioriti. Il terreno ondulato rende il viaggio multiforme, stimolante. In questo stato di eccitazione conservo un ritmo sostenuto senza troppi sforzi, fino a quando la pista ciclabile si tuffa nella pineta.
L'alternanza asfalto e sterrato, strade e sentieri, mi porta fino alla collina Longcombe, dove, dopo una salita impegnativa, posso lanciarmi in una rapida e dolce discesa che porta alla Longleat House, una delle dimore signorili più famose del Regno Unito: imponente casa elisabettiana immersa in una tenuta di 1.000 acri di parco, sede del primo safari park al di fuori dell'Africa.
Erano 17,30 quando il The Cornerhouse di Frome, hotel e ristorante, apre le porte ad un cicloviaggiatore stanco, ma felice.
Itinerario del viaggio https://www.komoot.com/it-it/tour/1391602669
Da Frome a Wells fino a Glastonbury. 48 Km
Strade strette delimitate da muri e siepi ordinate, mi accompagnano fino all'ingresso nella città di Wells, nella contea del Somerset. Con i suoi 12.000 abitanti è la più piccola località inglese ad avere il titolo onorifico di città. La sua Cattedrale, in stile gotico inglese, costruita tra il 1176 e il 1450, è la principale attrazione. Facciata in pietra color miele conforme ad un intricato esempio di architettura gotica.
Punto la ruota verso la nuova destinazione: Glastonbury. Mi accompagnano strade tranquille, un tratto della National Cycle Route 3/26, con alcune buche, contrassegnato da indicatori di miglio con una campana fusa in ciascuno. Questi indicatori, Syrens, sono sculture in pietra con inserti in bronzo, realizzate per indicare la strada per il pellegrinaggio fra le due città. Il progetto Syrens risale a 25 anni fa, quando due artisti, lo scultore Barry Cooper e il musicista e artista Laurence Parnell, furono incaricati di creare un progetto di scultura della comunità che seguisse, appunto, il percorso di pellegrinaggio tra Wells e Glastonbury. Sono state realizzate nove grandi marcatori di pietra calcarea con inserite delle campanelle in bronzo. Posti ad un miglio di distanza l'uno dall'altro, invitano a raccogliere un piccolo ciottolo e a colpire le campane, che restituiranno una nota musicale diversa per ogni campana e che insieme, formano una melodia. La vista della collina con la torre diroccata, simbolo della città, mi ha preannunciato l’arrivo alla meta.
La città, famosa per il suo festival estivo, è il crocevia di molti miti; la collina, completamente priva di alberi, viene identificata come l’ingresso alla mitica Avalon, le querce secolari, Gog e Magog, sono guardiani che proteggono il sito, dove la leggenda vuole sia stato celato uno dei Santi Graal. Alcune interpretazioni inducono a pensare che la collina non sia naturale, ma, in qualche modo, realizzata dall'uomo. Questo potrebbe spiegare sia la perfezione della sua forma sia l'assenza di vegetazione, che consente di poterla osservare da lontano.
Entro in città e comincia la visita. Itinerario: https://www.komoot.com/it-it/tour/1391964547
Il suo famoso festival, e soprattutto l'aura di mistero e magia che la circonda permettono questa città di avere dei punti tra i più visitati del mondo. Proprio per questa sua particolare atmosfera fu scelta da Dion Fortune come suo luogo di elezione. Dion Fortune si chiamava, in realtà, Violet Mary Firth, acquisì questo nome quando iniziò ad occuparsi di occultismo. Convinta che ai piedi del Tor si aprissero le porte dell'Oltretomba celtico, si stabilì in questa cittadina, insieme ad alcuni adepti. Quando la Germania nazista cominciò a bombardare la Gran Bretagna, mobilitò altri esoteristi e, insieme a loro, ebbe inizio una serie di attività destinate a contrastare i nazisti anche sul piano "magico". Anche l’antico Chalice Well, incluso in un giardino visitabile a pagamento, aperto dalle 10 alle 18 meriterebbe una visita, ma il tempo è avaro e decido di proseguire.
Ho acquistato un mazzo di fiori in High street (10) e, lasciate alle spalle le ultime case della cittadina, ho imboccato la Wells Road (11). Qui c'è un cimitero limitato da una bassa recinzione. Incatenata la bicicletta alla ringhiera in ferro e, superato un cancello, seguendo le indicazioni trovate su Google e servendomi del GPS, oltrepassate le cremazioni, mi sono trovato davanti alla tomba di Dion Fortune presso la quale ho deposto, devotamente, i fiori. Mi porto fino al The Glastonbury Goddess Temple (12), Tempio di un culto dedicato alla ricerca mistica e ho proseguito fino alle rovine dell'antica Abbazia di Glastonbury (13) che si narra fosse stata fondata addirittura da Giuseppe d'Arimatea, il portatore del Sacro Graal. Si tratta di un complesso monastico medievale dove sono sepolti diversi Re Sassoni e dove la leggenda vuole che si trovino le tombe di re Artù e della moglie Ginevra. Per questo si parla della "magica" città, perché si intrecciano varie leggende, da Avalon dove dormirebbe il Mago Merlino a Re Artù fino a Chalice Well, che ricorda l'altra leggenda, quella del Graal.
Da Glastonbury a Okeampton 137 Km
Mi aspetta una tappa lunga. Inizio la giornata con la dovuta calma dopo il breackfast. La ciclabile che incontro dopo una ventina di chilometri a Locksway, è una vera alternativa alle principali arterie trafficate che collegano Woolavington a Bridgwater. Seguo altre strade collinari e i 40 chilometri di continui saliscendi impegnativi, consumano parte della batteria. La sosta all' Hestercombe Gardens, un complesso di giardini situato sui terreni di Hestercombe House, mi permette la ricarica sia fisica sia la elettrica. Rimando la visita a questi tre magnifici giardini inglesi a data da destinarsi. Arrivo a Nynehead Hollow, strada panoramica che fa parte della NCN 3, scavata grossolanamente nella roccia, con alte mura e alberi che vi crescono sopra.
Serpeggiando per circa 20 km, attraverso la splendida campagna del Somerset e mi inoltro nel Grand West Country Canal, un posto suggestivo, dove molti sentieri per lo più sterrati, sono delizia dei turisti in bicicletta e a piedi. Per me cicloturista il tragitto non è particolarmente confortevole a causa dei bagagli che trasporto. Lungo il canale, poco più avanti, una chiatta colorata con colori sgargianti, imbarca turisti e risale il canale mossa dalla “forza motrice” di bellissimi cavalli. Mi attardo spesso ad osservare e l’arrivo di tappa non è ancora vicino. Con molto ritardo sul previsto, arrivo a destinazione alle ore 20.00, avendo spremuto al massimo la batteria che ormai segna l’ultima goccia. The White Hart Hotel mi aspetta. Bicicletta al sicuro, cena al Ma'ida The Feast, ristorante indiano, due passi di rito nella zona centrale della cittadina di Okehampton e finalmente il meritato riposo.
Itinerario: https://www.komoot.com/it-it/tour/1391967437
Da Okehampton a Truro 111 Km
Oggi ho programmato quasi 25 km in meno per non rischiare troppo. Faccio una visita ai ruderi del Castello medievale di Okehampton, non è orario di apertura così proseguo. Un'ora dopo, percorrendo una ciclovia ricavata da una linea ferroviaria dismessa, attraverso il Meldon Viaduct, viadotto ferroviario in disuso che attraversa il fiume West Okement a Meldon. Caratteristico sia per la sua altezza e vista sulla diga, che per il fatto di essere un ponte reticolare costruito in ferro battuto anziché di archi in pietra o mattoni.
Mi addentro Parco Nazionale Dartmoor, che alterna valli fluviali, brughiere, campagna dove i pony selvatici vagano liberi in scenografico paesaggio. Un'alta siepe ostacola la visione parziale del castello medievale di Lydford, costruito intorno al XI secolo per controllare la rivolta contro il dominio normanno. Attraverso il fiume Tamar e, lasciando il Devon, entro in Cornovaglia. Una salita impegnativa che arriva a una pendenza del 10% mi porta a Caradon Hill e, dove "spiana", arrivo al villaggio di Minions! Comincio a prendere coscienza degli avvertimenti che avevo ricevuto a proposito degli ardui saliscendi di questa regione. Al termine di una discesa trovo, a St Neot, un pub, il London Inn, arroccato ai piedi di una chiesa e di un cimitero semplice ma suggestivo. “Mi sembra di essere dentro una scena dei telefilm dell'Ispettore Barnaby”. La battuta piace alla ristoratrice molto gentile. Il soffitto basso in legno, pavimento in legno crea proprio una location ufficiale.
I restanti 50 chilometri mi offrono un cambio costante di panorama, stradine strette, teoricamente ciclabili, in realtà normali strade percorse da auto e furgoni locali, che procedono a velocità sostenuta nei due sensi. Finalmente, alle 19, arrivo all'albergo, il Donnington Guesthouse di Truro. Da lontano posso vedere le tre guglie della cattedrale della città. Una doccia ristoratrice, quattro passi in centro, e mi rifocillo al The Thomas Daniell pub, a Infirmary Hill.
Itinerario: https://www.komoot.com/it-it/tour/1876980362
6° giorno da Truro a Marazion 44 km
Parto di buon mattino, senza colazione e mi dirigo verso la costa, a Marazion. Da qui parte il sentiero che porta a St Michael Mount, un'isola fortezza situata al largo della costa della Cornovaglia. Questa rappresenta la mia prima visita a una chiesa dedicata all'Arcangelo fondata sulla Linea di San Michele. Durante l’alta marea rimane isolata dalla terraferma, esattamente come la sua sorella maggiore, Le Mont Saint Michel in Francia. L'isola mi appare da lontano, avvolta da una nebbiolina piovigginosa.
Avendo verificato gli orari delle maree quando arrivo c'è la bassa marea. Lego per bene la bicicletta a uno dei tanti posteggi dedicati, e mi incammino lungo il sentiero acciottolato che parte dalla spiaggia, davanti al The Godolphin Arms.
Il fondo è sdrucciolevole e le lastre della strada pedonale sconnesse, procedo con una certa cautela. Superata la porta d'accesso del religioso complesso, salgo per la strada lastricata fino alla sommità dell’isola e osservando le tracce, i miei pensieri vanno a chi in precedenza le hanno lasciate nei secoli: semplici aitanti, monaci, pellegrini o soldati. Percorro i giardini terrazzati, tra macchie di aeonium, agapanti, fiori e numerose piante esotiche, ammiro dai parapetti merlati il mare che si agita sotto e ascolto. La scolaresca disposta a cerchio, ai margini del sentiero, ascolta… una guida che dà loro istruzioni per sentire il battito del cuore del “gigante” che secondo la leggenda, lo si può sentire battere ancora. Ascoltando…tra i ciottoli attentamente.
La mia visita prosegue all'interno delle varie stanze che ricordano la storia di questa isola fino alla chiesa, posta alla sommità del castello. Tornato sulla terra ferma, pranzo al ristorante dell'albergo The Godolphin. Mi aspettano altri 40 km per tornare a Truro da dove, domani partirò per l'ultima tappa inglese, destinazione il porto di Plymouth.
Itinerario andata e ritorno: https://www.komoot.com/it-it/tour/1391976301
Dall'albergo di Truro al Terminal Brittany Ferries a Plymouth 85 km
Destinazione Plymounth. Scelgo un percorso adatto alle biciclette da strada, per evitare sentieri nei boschi; devo arrivare entro le 18 al porto e, conosciute le strade della Cornovaglia, voglio limitare al massimo le sorprese negative. Nonostante la scelta percorro, fin dall'inizio, una valle molto boscosa che segue la linea ferroviaria dismessa. Il panorama non cambia per molti chilometri, alternando salite e discese, boschi e campagna, strade asfaltate delimitate da alte siepi.
Fowey è una cittadina situata lungo l'estuario del fiume omonimo, che sfocia sul Canale della Manica dove una chiatta fa il servizio di traghettamento attraverso il fiume. Dopo 60 chilometri percorsi in buona andatura, arrivo alla spiaggia di Seaton. La vista del mare dopo una settimana di pedalate all'interno del Devon e della Cornovaglia mi rallegra. A Torpoint, a 80 km dalla partenza, mi imbarco su un secondo battello, più grande e assolutamente gratuito per le biciclette, mi consente di attraversare l'estuario del Tamar, che sfocia nella Manica.
Arrivo a Plymouth intorno alle 14, cinque ore prima del check in, ma memore delle difficoltà incontrate l'anno precedente per l'imbarco a Dover, voglio essere cauto. Passeggio per la città poi, con una certa ansia, mi dirigo verso il porto. In realtà, questo è molto più piccolo di Dover e molto semplice da girare, anche se i traghetti sono molto più grandi. Breve sosta in un bar con vista sul porto. Medito come “la geografia è asciutta senza i miti e la poesia che ognuno porta con sé.” (Lorenzo Merlo), poi mi dirigo verso l'imbarco dove il traghetto con direzione Roscoff, mi permetterà di iniziare/continuare il mio viaggio in territorio francese. (Testi e foto di Riccardo Gandolfi)
Itinerario: https://www.komoot.com/it-it/tour/1870406168
Durante questo viaggio non ho avuto particolari problemi fisici o tecnici. Se ho potuto pedalare tutti i giorni senza affaticarmi troppo lo devo anche alla preparazione fisica per la quale sono debitore agli istruttori della palestra Body Mind di Montecarlo e del centro di biomeccanica Moto Consapevole di Gragnano. Per il supporto meccanico un grazie particolare ai tecnici del Bike Village di Asciano " |