Cara Famiglia Cristiana
Vacanze in bicicletta. Estate a pedali
Vorrei sottolineare che, in particolare il cicloturismo, è stato ed è tuttora frutto di un passaparola che corre sul web dove appassionati descrivono i percorsi da loro effettuati, raccontano le emozioni provate e le difficoltà incontrate.
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Da molto tempo mi occupo di cicloturismo, fisico, di quello fatto con l'aria sul viso che asciuga il sudore e libera la mente. Di quello, come lo chiama Giulia Cerqueti nel numero 34/2012, “di un nuovo modo di concepire la vacanza come viaggiare lento, nella natura, seguendo ritmi più umani”, di quello che percorre le vie ciclabili d'Europa e del Mondo con la speranza di accorciarne le distanze.
Di quello che porta con sé le borse appresso e fa del silenzio la “musica dell'anima”. Non posso dunque che apprezzare la vostra copertina del numero 34 e del relativo inserto. Francamente avrei voluto trovare qualcosa in più delle solite citazioni sui chilometri di piste ciclabili di alcune città italiane (tutto da verificare sia la quantità che la qualità), delle percentuali degli spostamenti, dei confronti tra città italiane ed europee. Sono le solite cose che si leggono, un po' per moda, un po' per “necessità” venutasi a creare, sull'utilizzo della bicicletta. Miscellanea di informazioni che dicono tutto e niente.
Vorrei solo sottolineare che il cicloturismo non lo fanno i tour operators da voi citati e che da tempo si prodigano per fare business con il cicloturismo. Il trand, la moda finalmente apprezzata e condivisa, l'hanno creata gli appassionati delle diverse associazioni in Italia (Fiab da voi citata ne è la benemerita) che lottando contro una mentalità e una politica difficile e contraria, hanno con il tempo fatto emergere una passione mettendone in risalto i riflessi della necessità. Ora la pubblicità se ne è appropriata, scoprendone ogni lato positivo (relazioni, famiglia, benessere, salute, business) e prima con coraggio ed ora con semplicità la propone quotidianamente in ogni messaggio mediatico.
Vorrei sottolineare che, in particolare il cicloturismo, è stato ed è tuttora frutto di un passaparola che corre sul web dove appassionati descrivono i percorsi da loro effettuati, raccontano le emozioni provate e le difficoltà incontrate. Racconti e diari che danno l'effetto di accendere o accrescere la voglia di partire lungo gli itinerari descritti o di studiarne di nuovi. Nuovi come sono sempre di più i cicloviaggiatori che lo praticano. Ritengo allora doveroso segnalare i racconti e i diari di viaggio di quanti mettono in rete le loro esperienze e citare alcuni di questi siti:
e altri facilmente fruibili collegati a questi. Con stima.