Jutland in bicicletta, la poesia supera l'avventura.
Il fatto che lo scrittore non scriva per trasmettere delle conoscenze ad altri, ma che scriva per informare se stesso, non deve esimere il lettore dal valutarlo secondo l’ispirazione.
E quando le parole scivolano e volano e cantano vien subito da pensare che siano ispirazione e genialità, quando molto spesso sono solo frutto di preparazione, duro lavoro, esperienza. Lo scrittore lavora, interagisce sulle fondamenta di tutto ciò che è stato prima di lui anche se ciò che scrive rappresenta una risposta o una ri-riflessione del passato oppure docile sforzo e tentativo di sottrarvisi.
In questo periodo di forzato riposo e di mancati programmi, mi sono dedicato alla rilettura di alcuni diari di viaggio. Mi capitò di ritrovare sensazioni dimenticate, che tornavano vivissime e mi dissi che scrivere e raccontare è “il più bel viaggio che ci sia”. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto aggiungere o tagliare in considerazione del fatto che è proprio il tempo trascorso che permette di prendere le distanze da un lavoro fatto in precedenza e far acquistare una maggiore obiettività alla propria sensibilità. Non mi sono sentito di censurarmi o di elogiarmi, ma la gioia di essere ancora sui luoghi che stavo leggendo, questo sì; e nel contempo trovai nuova condizione per “lavorare” o se volete per “ispirarmi”.
Fu così che leggendo il ciclo-viaggio nello Jutland mi vennero incontro, sorprendendomi, i seguenti versi:
Per i venti che giocano col mare
Rincorrendo flutti sotto la spuma,
Per i venti che muovono vessilli
E suonano le corde sui pennoni,
Per i venti che prendono per mano
Erba corolle amici e viandanti,
Amo lo Jutland.
Per i venti che spingono le nubi
Oltre il confine dove sosta il sole,
Per i venti che sollevano aquiloni
Di bimbi e di padri al cielo sorpresi
Per i venti che carezzano il mare
E fanno stillare gli sguardi chiusi,
Amo lo Jutland.
Per i venti che transumano nubi
Nel cielo come greggi infervorate,
Per i venti che confortano amanti
E torniscono fanciulle d’avorio,
Pe’i venti coi quali vorrei volare
inseguendo il profumo del mio amore,
Amo lo Jutland.
Ché tu sei il vento che odora di sale
E nelle notti non trovi mai posa
Supplichi i mari di Skagen ch’io venga
E nel vento provare a riamarsi
Or non mi è dato vederti e ti chiedo
Rimandami i venti gementi di te.
Per me che amo lo Jutland. (testi e foto di F. Da Re)