Angeli di carta
Angeli di carta
Etjola, seduta in fondo all'autobus, era apparentemente più calma.Non avrebbe voluto aver forzato il rapporto con Martino fino a quel punto. Si sentiva delusa, per l'atteggiamento di lui. Pensava che l’avrebbe seguita; ”in fondo la mia è stata una provocazione, una invenzione per capire quanto teneva al nostro rapporto.
Gli avevo parlato della mia situazione, della possibilità di vivere insieme, della mia volontà di non liberarmi del bambino che porto da poco”.Il suo sguardo girava per l’autobus e leggeva ogni frase. “6figobyErika” “tvbCristina” “tuttosesso chiama 328789….”
Il pensiero la travolse ancora. “Non ho più la forza di tornare all’est. Troppe differenze, mi tengono lontana oramai. Quale futuro per me e per il mio bambino? Martino ha un lavoro, terminata la specializzazione presso l’ospedale avrebbe potuto aprire uno studio tutto suo. E' per la sua conoscenza dell'ospedale e della materia, che mi suggerì di abortire. Piuttosto resto sola".
Salì sull’autobus pensando che la rincorresse. Guardò fuori ancora una volta. Adesso era sola.
Sola. Quella parola l’aveva letta poco prima senza interesse su di un cartello multilingue. “ NON SEI SOLA” lesse con rinnovato interesse sulla locandina affissa vicino al finestrino. Anche nella sua lingua il cartello recitava “rivolgiti a noi, Centro Aiuto Vita. ” qualcuno allora pensa a me? Qualcuno si sarebbe occupato di me? Qualcuno mi avrebbe aiutata?”.
Picchiettò un numero sul telefonino annotandolo in rubrica. Scese al capolinea con ritrovata speranza; avrebbe saputo su chi contare. Si sentì chiamare, vide Martino porre a terra la bici e correrle incontro.”Ho sbagliato, non ti lascerò più sola, ti amo.”
Il suo pensiero tornò ad un cartello multilingue sull’autobus. “Gli angeli, pensò, possono essere anche di carta, ma gli angeli veri sono le persone che ti amano”