Polonia, Rep. Ceca, Austria, Slovenia, Italia. In bicicletta senza confini con Beatrice Virga
Nel titolo sono ricordati i nomi dei Paesi. Ora vi spiego come li abbiamo attraversati in bicicletta. Siamo due “mezzani” partiti dopo i soliti allenamenti tra piogge e contrattempi,
(il tratto casa-lavoro di 35 km al giorno è quello principale) spaziando nei fine settimana dalle salite della Lessinia a quelle del Monte Baldo, dal Lago di Garda alla Val d’Adige con doveroso saluto alla Madonna della Corona (protettrice di corone e pignoni) ed al Cristo della strada.Scopiazzando da Internet, e da questo sito che ci ospita, le ciclabili ed i consigli di altri cicloturisti abbiamo tracciato il percorso sulle mappe cartacee e calcolato i chilometri. L’unico albergo prenotato in anticipo è stato quello della prima notte, dopodiché abbiamo sempre cercato un alloggio con la app “Booking” al momento o quando la meta era già chiara.
Mia mamma era nata a Cracovia e ricordo con molto piacere il viaggio in auto per andare a trovare i parenti, la sosta in Austria, le escursioni sui monti Tatra, gli oggetti artigianali in legno, le ceramiche con i disegni blu, i maglioni in pura lana e le ciotole di frutti di bosco con la panna, con meno piacere gli ubriachi in giro di notte, le file davanti ai panifici e l’odore di cetrioli cucinati in ogni modo. Negli ultimi anni tutto è migliorato, sono usciti dalla crisi e noi italiani, pare, siamo benvoluti (forse da quando abbiamo avuto il papa Wojtyla?). Ad esempio se ti sentono parlare in italiano si avvicinano e ti dicono che anche loro capiscono un po’ la tua lingua, se passa una macchina con targa italiana salutano festosi.
Preparazione e partenza: 28 giugno 2019
La parte più difficile è stata infilare i bagagli in macchina: due scatoloni enormi gentilmente donati da un negozio di biciclette con dentro le nostre mtb in alluminio smontate e imballate accuratamente (1 bici=20 kg) + 1 scatolone da 15 kg. con dentro le borse da viaggio impermeabili della Vaude piene e qualche attrezzo per riassemblare i nostri mezzi. Abbiamo portato i tre bagagli in un parcheggio dell’aeroporto di Treviso e il giorno dopo siamo ritornati lì con il treno. Ci siamo stupiti, non hanno voluto soldi per il disturbo e la stessa cosa è successa in farmacia dove ci siamo pesati prima di partire.
Oggi 29 giugno inizia la vacanza: un giro a piedi per Treviso scoprendo angoli della città, negozietti e prelibatezze. Ma con il pensiero siamo sempre là con l’emozione che ci avvisa che è ora di partire. L’aeroporto non dista molto dalla stazione, ci basta prendere un autobus per raggiungerlo.Gli scatoloni erano così grandi che sono passati a pelo dal banco del controllo bagagli. L’aereo sembrava volasse più basso del solito, il cielo limpido ci ha permesso di osservare i territori che poi avremmo dovuto pedalare. Atterriamo come previsto alle 18.40. Troviamo i bagagli sono intatti, riassembliamo le biciclette e ci dirigiamo verso l’albergo in pieno centro di Cracovia dove ci aspettavano mia cugina con il marito, polacchi D.O.C. Siamo partiti con la canicola che ci abbaiava dietro, qui abbiamo trovato una serata fresca (da camicia/ felpa). Cena e passeggiata in centro, tra carrozze bianche trainate da cavalli addobbati e tanta gente festosa del sabato sera. Questo Paese è ancora economico per noi italiani.
30 giugno Tappa: Cracovia-Pszczyna (PL) 122 km.
Tutto comincia con un’ottima colazione, l’ultima a base di dolci perchè dal giorno successivo decidiamo di mangiare anche il salato così da fermarci a metà giornata soltanto per uno spuntino veloce. Il centro urbano di Cracovia è la piazza del Mercato nella quale sorgono il Mercato del Tessuto e la Basilica di Santa Maria.L’interno colpisce per le sue vetrate e i suoi affreschi, ricchi di colori. Il Castello Reale e la bella cattedrale sorgono sulla collina di Wawel sopra il fiume Vistola. E proprio accanto al fiume, la leggendaria statua in ferro del drago sputa fuoco ci indica la ciclabile. Il primo tratto è ben attrezzato, c’è perfino la colonnina con gli attrezzi per il ciclista e le case sono ben tenute. Arrivati ad un bivio, nemmeno il tempo di leggere i cartelli che un ciclista si avvicina e ci chiede dove eravamo diretti. “Oswiecim” “Vi accompagno io”. Dario parla molto bene l’italiano, viene spesso sul fiume Noce (TN) in canoa dove ha anche lavorato nella raccolta delle mele presso una signora che vede in lui la copia esatta del figlio morto qualche anno fa. Ci ha accompagnati per 50 km. tra ciclabili nascoste e sterrati. Durante il tragitto, a volte c’erano dubbi sul percorso e le indicazioni non erano molto chiare, così si fermava per consultare il web.
Eravamo partiti con 25°, ma a mezzogiorno il il computer di bordo ne segnava 40; addirittura il cellulare sotto il sole si è “cotto” e si è riacceso solo in un posto ombreggiato. Percorso pianeggiante con qualche salitina, inizialmente tra casette in legno e boschi freschi ma sempre con vento contro. Purtroppo non abbiamo approfittato di bar o supermercati pensando di trovarne più avanti, così nel primo pomeriggio siamo rimasti senz’acqua, nessuna fontana lungo il percorso, nessun bar una volta usciti dalla ciclabile, tutte case con giardino, ma nessuno a cui chiedere acqua, era ora di pranzo e non abbiamo avuto il coraggio di bussare. Siamo così arrivati a Oswiecim con la gola secca, la lingua penzolante e ci siamo dissetati grazie ad un piccolo negozio di alimentari. Da non perdere: visita al campo di Auschwitz dove tutto è rimasto intatto. Qui furono costruiti gli impianti per lo sterminio (“docce”a gas, camere a gas sotterranee e forni crematori). Ora è diventato un museo che ricorda e testimonia le sofferenze delle sue vittime; sotto vetro ci sono protesi, scarpe, valigie ed altri beni appartenuti ai prigionieri, sui muri le fotografie impressionanti degli esperimenti fatti sui loro corpi.
1 luglio Tappa: Pszczyna - Frydek Mistek (CZ) 94 km.
Partiti alle 9,00 con 25°, arrivati con 35°. Stavolta abbiamo fatto una bella scorta d’acqua. Abbiamo provato a seguire la ciclabile “Greenway”, ma era sterrata con buche e polvere tranne alcuni tratti tra i boschi. 94 km. in 9 ore, una vera odissea attraverso “ciclabili” che altro non erano che strade tra i campi, il più delle volte piene di buche e dove i 10 km/h erano già una buona media. Seguirla ancora avrebbe significato raddoppiare i chilometri, e così abbiamo deciso di seguire la app “bikemap” che non abbiamo più abbandonato pur consultando le nostre mappe cartacee. Anche oggi il vento non ci ha dato tregua, addirittura sul cellulare abbiamo ricevuto un messaggio sull’allerta meteo (non sostate sotto agli alberi, rinchiudetevi in casa!). Beh, l’unico tratto bello è stato quello lungo la Vistola, poi solo strade statali con salite e discese che ci portarono fino al ponte che attraversa il fiume Olza. Propro qui, la città Teschen contesa tra Polonia e Cecoslovacchia fu divisa in due: il centro storico rimase all’interno dei confini polacchi diventando Cieszyn, mentre la parte più moderna ora si chiama Cesky Tesin (Rep. Ceca). Leggiamo la storia davanti ad un boccale di quella che qui è la bevanda migliore, la birra: le varietà sono tante e di ottima qualità. Anche qui i prezzi sono modici, i piatti sono abbondanti principalmente a base di carne, gnocchi e zuppe. Per finire la giornata lampi e pioggia a pochi passi dall’arrivo.
2 luglio Tappa Frydek Mistek - Prostejov 124 km.
Temp. 25°- 35°, ciclabili bellissime all’ombra lungo i fiumi, strade provinciali infinite poco trafficate, tutti saliscendi tra vigneti e campi coltivati, infine un albergo valutato 8,5 che ne vale 4: il gestore balbuziente con camicia macchiata da sempre sulla schiena, la signora alla reception che sembra una battona e non parla nemmeno l’inglese, le bici riposte in un capanno sporchissimo che ricorda quello del maniaco omicida dei film dell’orrore. Dopo cena le gelaterie che avevamo adocchiato erano già tutte chiuse, così ci siamo trascinati la voglia di dolce fino al mattino.
3 luglio Tappa Prostejov - Mikulov (A) 110 km. Noooo! Altro che, dal maniaco rimaniamo delusi anche dalla colazione misera. Però è la giornata perfetta, quasi tutta pianura e saliscendi, temp. da 25° a 35° ma senza vento contro. Strade poco trafficate e infine due bei laghi in zona Pasohlavky e Pohorelice. Oggi, seduti su un muretto proprio prima di entrare in territorio austriaco, abbiamo scoperto a cosa servono gli altoparlanti appesi ai pali in tutta la Rep. Ceca: ogni primo mercoledì del mese a mezzogiorno annunciano: “test della sirena, fra pochi minuti effettueremo il test della sirena” in ceco, tedesco ed inglese e poi la fanno suonare. Dormiamo in una bella cittadina (Mikulov) dove il castello eretto in un punto strategico per difendere la frontiera fra Moravia e Austria ospita il museo regionale della zona vinicola della Moravia meridionale, le cantine, la sinagoga ed il cimitero ebraico poiché qui trovò rifugio una numerosa comunità ebraica. Giornata favolosa sotto tutti i punti di vista, tanto che alle 16.30 siamo già a destinazione.
4 luglio Tappa Mikulov - Guntramsdorf 129 km.
Anche oggi tutto perfetto, pianura e saliscendi, tutte ciclabili tra campi di girasole, grano, zucchine e granturco ma mai monotone, con sottofondo di ranocchi negli stagni. Lepri ovunque ma decine spiaccicate sulla strada, strada dove passava una macchina ogni 10 minuti (questo ci fa pensare che le mirino di proposito). Idea sbagliata quella di voler raggiungere il centro di Vienna: perdiamo un’ora tra divieti e traffico, città troppo grande e troppa gente anche solo per scattare una foto. Qui ci sono addirittura più scelte per raggiungere i dintorni, tutte ciclabili molto ben segnalate che attraversano paesi di campagna con belle casette e giardini da ammirare per le composizioni di piante e le originali creazioni in legno.
5 luglio Guntramsdorf - Badwaltersdorf 135 km.
Il giorno più duro: continui saliscendi e il passo dove si doveva raggiungere un paese descritto come premio dopo la salita ma, forse il periodo sbagliato, non c’era granché, il nostro premio invece é stato il panino imbottito buonissimo del negozio alimentari. Dopo il passo ci aspettavamo tutta discesa, invece ecco di nuovo tratti in salita. Ciclabili stupende e curate. Siamo in montagna e non ci aspettavamo una cosa del genere: ciclabili e ancora ciclabili tra boschi e torrenti, una cura maniacale nel tenerli in ordine. Questo è il paradiso dei ciclisti.
6 luglio Badwaltersdorf - Maribor (SI) 111 km.
Oggi mi è apparsa Raffaella Carrá, sí proprio lei sull’ultima collina da scalare al 17% sotto i 40°. Cantava “scoppia scoppia mi scoppia il cuor” ma indossava il caschetto d’oro da ciclista. Passiamo attraverso boschi freschi e case con giardino perfette, finché raggiungiamo il fiume Mur che si attraversa con un battello, basta suonare il campanello. Eccoci sbarcati in Slovenia, ma il disgusto arriva dopo il cartello “Maribor”: non ci sono più indicazioni, c’è una strada vietata alle bici e altre due da scegliere a fortuna. Un’altra coppia di cicloturisti ci chiede consiglio. Certo, arrivare dalla perfetta Austria e trovare l’asfalto con crepe ci fa già venire la nostalgia...per fortuna dopo 30 km seguendo la Drava saremo di nuovo lì. Oggi abbiamo invidiato i bambini che con un salto spuntano dall’acqua delle piscine e in hotel (miracolo!) abbiamo trovato il bidet.
7 luglio Maribor - Völkermarkt (A) 122 km.
C’era da seguire la Drava ma si rimane bassi per poco, poi si sale e la si vede giù, lontana. Uno spettacolo unico, ma con strappi dal 10 al 18%. Siamo rientrati in Austria, rieccoci tra paesaggi stupendi dove un violento temporale ci ha fermati per un’ora e poi per il forte vento ci siamo trovati la strada sbarrata da un albero caduto. Bellissimo l’attraversamento sul ponte di legno sospeso. Tutto ben segnalato tranne qualche dubbio agli incroci e cartelli contraddittori per attraversare un ponte verde in ferro. Infine siamo arrivati distrutti, col buio, e zozzi e puzzolenti abbiamo cenato in un ristorante italiano per poi raggiungere una delle poche pensioni aperte 6 km più oltre ancora di salita. Appartamentino delizioso, Pension Persch di Baumann Maria era così ampio che sembrava di doverlo condividere con altri clienti. Solo la mattina, dopo aver assaggiato un buonissimo dolce tipico carinziano con uva passa e cannella, ci siamo resi conto di essere in un posto incantevole, immerso nel verde. Ci chiediamo come mai qui a luglio c’è così poco turismo e molti locali sono chiusi.
8 luglio Völkermarkt - Villach 97 km.
Nel tragitto di oggi abbiamo incrociato molti cicloturisti tra i quali una coppia sui 70 anni: lui pedalava davanti carichissimo di borse e dietro c’era lei con un vestitino a fiori, 2 borse, cappellino di paglia e gambe strette. Sembrava avesse il fumetto: “Sì vengo con te, basta che mi porti tutto l’armadio”. Oggi niente vento contro, temperatura ideale di 21°e quasi tutta pianura. La verde Drava ci ha “ accompagnato” per i nostri 100 km sterrati, tra boschi e argini. Per non fare la fine di ieri, vista l'esperienza alle 16 eravamo già in stanza. Siamo a Villach e l’Italia è davvero vicina.
9 luglio Villach - Oberdrauburg 105 km.
Da Villach in poi ricomincia il paradiso: la perfezione austriaca. Cicloturisti di ogni tipo, famiglie intere con bambini già autonomi con i loro bagagli, o con cane nel cestino o nel carrello e figlio nel seggiolone. Dopo Villach la ciclabile della Drava si incrocia con l’Alpe Adria. Stavolta, spaventati dai prezzi troppo alti, abbiamo già prenotato ieri dove dormire. Oggi temperatura più bassa, ha piovuto un poco e Marco ha bucato lungo una ciclabile sterrata. Tragitto splendido, tra pinete e valli da cartolina: siamo in Tirolo e questo è tutto dire.
10 luglio Oberdrauburg - Gais (Brunico) (I) 108 km
Giornata con misto salite-discese sterrato-asfalto; cominciano i cartelli da fumetti Sturmtruppen. Dopo Lienz il pienone sulla ciclabile: file interminabili di cicloturisti, famiglie con bambini in picchiata in discesa, uno dei quali per non prenderci in pieno ha perso il controllo della bici cadendo rovinosamente. E tanti per fortuna si fermavano a visitare la Loacker! Entrati in Italia, con un po’ di malinconia abbiamo abbandonato la Drava che in questi giorni è stata la nostra guida. Questo fiume incontrato grande e navigabile, l’abbiamo lasciato spumeggiante e brioso, proprio come un giovane ragazzo che ha voglia di correre. Magica coincidenza a S.Candido si festeggiano i 1250 anni dalla fondazione del monastero e questo numero l’abbiamo trovato in piazza e nei ns. contachilometri ovvero è anche la nostra distanza percorsa in chilometri fino ad oggi.
11 luglio Gais - Salorno 129 km.
Attorniati da ciclabili paradisiache circondate dal verde, perfino dove sono in corso i lavori di manutenzione ci sono alternative senza auto, le deviazioni sono ben segnalate. Da Bolzano sulla ciclopista del sole (e del vento contro) veniamo battezzati da una pioggia mezz’ora prima di arrivare in albergo. In cambio la fortuna di mangiare e alloggiare all’italiana, ci ha gratificato più del dovuto. Ci siamo fermati nel paesino solo perché c'erano più possibilità per dormire, eppure.ogni luogo qui ha qualcosa da farti vedere: le visite al castello, le escursioni, assaggi di vini e altre attrazioni che coinvolgono ogni tipo di turista.
12 luglio Salorno - Verona 134 km.
Partiamo con il vento a favore ed è facile in questa pianura percorrere anche i brevi strappi al 10%. Il percorso è sempre ben segnalato, e arrivare a Rivoli e il canale Biffis è sentire aria di casa nostra. Un riconoscimento deve essere celebrato al comodissimo Bicigrill dove la sosta è obbligatoria per apprezzare cortesia e ristoro di qualità. Ultimo tratto di corsa fino a Parona per un maxi gelato a premio di una così calda avventura. (testi e foto di Beatrice Virga e Marco Zanella)
Su questo sito sono presenti: Valle d'Aosta, itinerario nella natura, in bici tra storia miti e leggende
Londra Verona Prima e Seconda parte, con un gabbiano per amico
Da Genova a Marsiglia, in bicicletta lungo la costa azzurra
Ecco alcuni numeri: Km:1520; Dislivello: +8550 ; Gg. Pedalati: 13; Forature: 1 Volo aereo: 207€. a coppia; Treno: 28€. a coppia Kg. persi: 5 E se non partite perché vi sembra pericoloso... Beh, noi abbiamo rischiato la vita qualche giorno dopo sulle colline veronesi perché un folle in auto sbandava a tutta velo. |