Da Bolgheri a Sirolo in bicicletta
Tra l'uno e l'altro mar
Siamo a metà maggio e fa già molto caldo (2012). Io ed il mio amico Flavio abbandoniamo la costa tirrenica stracarichi di entusiasmo e ...di bagagli e protetti, almeno un po', dall'ombra densa de “I cipressi che a Bolgheri, alti e schietti van da S. Guido in duplice filar … “ ci avviamo verso l'Adriatico.
L'asfalto di questo interminabile rettilineo, in falsopiano a salire, sembra ricoperto da un velo d'acqua che sfuma i contorni delle cose e le fa vibrare nell'aria. Pedaliamo in silenzio tra poggi, ulivi e vigneti osservando la striscia azzurra del Tirreno allontanarsi lentamente. Lungo il percorso ogni luogo meriterebbe una sosta.
Ci fermiamo spesso a catturare qualche immagine ma difficilmente riusciremo a descrivere la poesia delle case di Sassetta o dei boschi di sughero intorno. O, ancora, il fascino dell'antico chiostro di Suvereto dove fortunatamente troviamo alloggio alla fine del nostro primo giorno.
Il viaggio prosegue tra casali ed accoglienti cittadine ricche di storia, di torri e campanili: Massa Marittima con la sua stupenda piazza, Roccastrada, lontana lassù in cima al colle, irraggiungibile come un miraggio. Poi, oltre l'estenuante Passo del Lume Spento, Montalcino dove, con amabile confidenza, un tal di nome “Brunello” ci ha regalato la pace di un sonno profondo, ricco di bei sogni (… e, per quanto il ricordo sia confuso potrebbe anche … averci rimboccato le coperte). Nell'aria frizzante del mattino, carichi di energia, ci tuffiamo in discesa verso l'abbraccio mistico dell'Abbazia di S. Antimo: un vero gioiello.
All'interno il profumo dell'incenso si mescola con un sommesso salmodiare: una sorta di confidenza con Dio, una quasi felicità se non si percepisse l'ombra della caducità delle cose. Un luogo di pace e silenzio in cui tutto appare immobile, tranne il tempo che passa. Una pausa, un salutare momento di meditazione.
Un'occasione rara di riflessione fors'anche sulle nostre oscurità. Rincuorati anche nello spirito, riprendiamo a pedalare con lena tra i dolci saliscendi della Val d'Orcia. A Castiglione cerchiamo inutilmente un'osteria. Soltanto una panchina nei pressi di una modesta bottega di barbiere ci offre la possibilità di una seduta … alternativa.
Ammirando la bellezza del paesaggio intorno ingolliamo con avidità e quasi senza masticare un gigantesco, croccante e saporito panino al “lonzino” Siamo soltanto ad un terzo del percorso ipotizzato per questo quarto giorno quando, poco dopo la splendida Pienza, ci appare Monticchiello: un grazioso agglomerato di rose e pietre di travertino giallastro. Uno splendido dipinto, un trionfo di luci e colori.Da una piazzetta si diffonde nell'aria il suono di un'arpa: onda sonora ingannevolmente dolce che par rincorrere un amore fuggitivo. Bed and breakfast in Val d'Orcia,
Ma il fascino di questo piccolo borgo è ancor maggiore quando, l'indomani, lo salutiamo dall'alto di un colle avvolto nella prima luce del mattino e nel fluttuare verde intenso delle spighe già alte. Così, tra una salita e l'altra attraversiamo il parco naturale di Montepulciano, costeggiando su ruvidi sterrati il suo piccolo lago che, per aver sbagliato strada, confondiamo con quello vicino di Chiusi.
Fortunatamente ci perdiamo una seconda volta tra distese di papaveri per ritrovarci, secondo le rigide regole della somma algebrica, sulla retta via verso il lago Trasimeno. Abbiamo ormai lasciato la Toscana ed il benvenuto in Umbria ci vien dato da una famigliola di cinghiali, tranquilli a grufolare nel sottobosco lungo la strada.
L'itinerario odierno sfiora appena Perugia ed Assisi, arcinote, per puntare diritto su Spello: una piacevolissima sorpresa. A chiusura della giornata nei pressi di Camerino, oltre l'altopiano di Colfiorito ancora intristito dalle numerose baraccopoli post-terremoto del '97, ci consoliamo innaffiando come si deve ... un brasatino di cinghiale e relativi accessori. Non si vive di solo pan(ino)e....Da Castelraimondo a Matelica pedaliamo spediti: oltre a dei mosaici e quanto resta della Basilica di Plestia c'è poco da vedere.
Adesso si comincia a sentire aria di montagna, quella vera, di salita lunga e dura che ci porterà allo spartiacque appenninico di Monte S. Vicino a 1479 metri sul livello del mare. La nostra cima Coppi. Il tempo è cambiato: una pioggerella intermittente rende il paesaggio azzurrognolo, quasi fosforescente. Saliamo in silenzio su fondo dissestato e stretto, quasi totalmente invaso dalla vegetazione.
Seminascosta tra pietre coperte da muschio fradicio di umidità una piccola lapide ed una foto sbiadita fanno pensare ad una vita volata via per sempre, forse tra questi luoghi vuoti ed indifferenti. Improvvisamente il silenzio è rotto da un rumore secco come uno schiocco. “Dei cinghiali? O, peggio, un lupo?” “Tranquillo ho portato uno spray al peperoncino”. “A portata di mano?” “No! Dovrebbe essere da qualche parte nelle borse ”. “Allora se per caso ...tieni tu ferma la bestia mentre io lo cerco?” Scolliniamo e lungo la discesa - uno terrato ripido e poco agevole - scopriano Elcito, luogo indefinibile, di certo sorprendente per bellezza, austerità ed … abbandono.
Uno sperone sul quale sono letteralmente aggrappate poche case di sasso a vista ed al quale si accede unicamente inerpicandosi per una “rampata” di ciottoli consunti e scivolosi. Un vento discreto ci accompagna insinuandosi con noi tra gli stretti vicoli. Tutto tace, si sente solo la pioggia che cade leggera. In questo luogo di nessuno, di abbandono e solitudine noi, incuranti della pioggia e tranquillamente appoggiati ad un parapetto ad osservare la vallata sottostante, ci siamo sentiti più liberi dell'aria. Cingoli, Osimo, Castelfidardo e l'inconfondibile silhouette grigia, in lontananza, della Basilica di Loreto ci dicono che siamo nelle Marche.
Poi, finalmente, ancora in alto lassù sul colle, Sirolo ed oltre la foschia, la riviera di Numana, il mare Adriatico. Siamo arrivati. Ad Ancona o forse oltre verso nord lungo il mare, percorrendo la strada costiera del Monte Conero, saliremo sul treno che ci riporterà a casa. Di tutte le cento e più salite quest'ultima, pur nel dispiacere per la fine del nostro viaggio, sarà certamente… la più dolce e gradita. (Luciano Zamperini)
Tappe: Bolgheri S. Guido - Suvereto km 42; Suvereto - Montalcino Km 118; Montalcino - Monticchiello km 55; Monticchiello - Torgiano km 102; Torgiano - Muccia km 103; Muccia - Cingoli km 76; Cingoli - Sirolo km 60 ; Monte Conero, Ancona e Falconara Km 35: Totale km 591; Dislivello complessivo poco più di 7.200 metri