Berlino - Dresda, la storia si impara in bicicletta
la Storia si impara in bicicletta
A due passi dalla modernissima stazione centrale dei treni, un giovane ciclonoleggiatore, vestito come un artigiano d’altri tempi, ci prepara delle ottime city bike equipaggiate (incredibile) con borse Ortlieb a sgancio rapido.
“A Berlino piove sempre”. Così avvertivano i nostri amici, esperti viaggiatori. Sarà stato così anche per noi… Proviamo a raccontarlo. Lasciamo volentieri il caldo torrido delle nostre zone e con un comodo volo aereo arriviamo a Berlino in meno di 2 ore. E’ ferragosto, non piove e l’aria è piacevolmente fresca.
Resterà così ancora per un paio di giorni, poi il caldo si farà sentire anche qui, come del resto un po’ ovunque quest’anno. Per noi che ci spostiamo in bicicletta è la situazione ideale, ma per precauzione teniamo sempre nelle borse, impermeabili e vestiti pesanti. A due passi dalla modernissima stazione centrale dei treni, un giovane ciclo noleggiatore vestito come un artigiano d’altri tempi, ci prepara delle ottime city bike equipaggiate (incredibile) con borse Ortlieb a sgancio rapido.
Ma non partiamo subito, Berlino è intrigante, vuole anticiparci quello che vedremo con calma alla fine del giro: grandi parchi, palazzi austeri accanto a costruzioni avveniristiche e tanti musei. Lungo la Sprea, il fiume che l’attraversa, coppie di giovani prendono il sole in spazi che sembrano rubati all’acqua.
Tutto è raggiungibile da un efficiente sistema di trasporti e da una rete di 900 km di piste ciclabili. Ogni luogo o palazzo è carico di storia come il Reichstag, la Porta di Brandeburgo o il monumento agli ebrei sterminati negli anni ‘30 e ’40. E anche di storia recente: sono passati poco più di vent’anni ma la città non si è ancora dimenticata della sua divisione. I segni per terra dove sorgeva il tristemente famoso “Muro” e alcuni resti ancora in piedi, sembrano ferite mai rimarginate sul volto di questa splendida città.
Berlino - Postdam 43 Km.
La nostra ciclo-vacanza inizia dalla ciclabile Berlino-Hannover (Radweg 1) che è quasi mezzogiorno. Una breve deviazione a Spandau ci permette di ammirare la sua storica fortezza, oggi museo. Non c’è tempo per una visita, pranziamo con panini e frutta sulle panchine di un piccolo parco di fianco alla chiesa, e siamo di nuovo in bici.
In uscita dalla cittadella fortificata, scegliamo la ciclabile che costeggia il fiume Havel e, in breve tempo, siamo sulle rive del lago di Wannsee. Approfittiamo di un passaggio in traghetto per spostarci sull’altra sponda. Poi, in una decina di chilometri siamo alla nostra meta: Potsdam.
Qui, nel luglio del ’45, nel castello di Cecilienhoh, si riunirono i leader delle potenze vincitrici per accordarsi sulla gestione del dopo-guerra. Appena fuori la città murata, è imperdibile la visita dello Schloss Sanssouci: una serie di sontuose residenze di epoca settecentesca, appartenute all’imperatore Federico il Grande, immerse in un grande parco che visitiamo in sella alle nostre bici con le quali è permesso entrare.
Postdam - Wittemberg 105 km.
Mentre ci allontaniamo dalla regione di Berlino, dedicandole un arrivederci a presto, un incontro inaspettato: due ragazzi, ciclo-viaggiatori come noi e nostri vicini di casa, incrociati su una pista ciclabile a mille km da Verona. E’ una festa, con scambio di impressioni e foto ricordo.
Dopo gli auguri di buon proseguimento, riprendiamo il viaggio con la sensazione che l’incontro sia stato di buon auspicio. Siamo ora nel Brandenburg: campi coltivati a perdita d’occhio segnati da qualche rara costruzione rurale. Da lontano si profilano le sagome di imponenti chiese.
Stiamo per raggiungere Wittenberg. La cittadina, a cui è stato aggiunto il prefisso di Lutherstadt, deve la sua fama al monaco protestante Martin Lutero, che insegnava filosofia nella sua storica università. Nel 1517 enunciò le 95 tesi, per le quali fu incolpato di “eresia”. E nel luogo esatto, a ricordo, dimora ancora una quercia secolare. Sarà la tappa più lunga: 105 km per il primo approccio con l’Elba, il placido fiume che ci accompagnerà fino a Dresda.
Wittemberg - Torgau 74 km.
Ora la ciclabile si fa più sinuosa: è l’Elba a condurre il gioco invitandoci a passare da una sponda all’altra attraverso un servizio offerto da numerose ed efficienti chiatte. La pianura circostante è coltivata a perdita d’occhio e sullo sfondo svettano le torri di decine e decine di pale eoliche.
Arriviamo a Torgau, dove nel 1945 avvenne lo storico incontro tra le truppe alleate e l’esercito russo, premessa della fine della guerra, mentre le truppe tedesche erano in ritirata. A ricordo uno spartano monumento che non restituisce importanza all’avvenimento.
Torgau - Dresda 100 Km.
Di buon mattino, dopo una colazione consumata in un market provvisto di bar e ottime brioches appena sfornate, siamo di nuovo in ciclabile. Le segnalazioni sono così attente e chiare che non c’è bisogno di consultare alcuna mappa, basta seguire il fiume. Passiamo da Meissen dominata da un imponente castello.
Le porcellane, qui prodotte da secoli, sono famose in tutto il mondo. Infine Dresda. Il primo sentimento è di incredulità. Il pensiero va ancora alla Seconda guerra mondiale: se la storia non fosse stata scritta sui testi e scolpita nella memoria dei vecchi e se non ci fossero le foto a testimoniarlo, non si crederebbe alla completa ricostruzione dopo le devastanti distruzioni dei bombardamenti aerei.
Il colpo d’occhio incanta per l’accostamento tra sontuosi palazzi, campanili svettanti. Ovunque belle piazze e, affacciata sull’Elba la bruhlsche terrasse“, la terrazza d’Europa,dove si trovano ristorantini romantici. Nel quartiere Neustadt esploriamo il Kunsthof Passage: una serie di curiosi cortili che si ispirano alle opere di famosi artisti tra cui Gaudì.
Un po’ defilata ma non meno interessante è “Pfunds Molkerei“ la più bella latteria del mondo dichiarata dall’Unesco “patrimonio dell’umanità“. Restiamo a Dresda due giorni durante i quali visitiamo la Gemäldegalerie Alte Meister (Pinacoteca dei Maestri Antichi): bellissima collezione di oltre 2000 dipinti molti dei quali di artisti italiani. Poi, su un comodo treno regionale torniamo a Berlino dove dobbiamo restituire le bici.
Con nostra sorpresa, il treno, alla periferia della capitale, diventa praticamente un Metrò di superficie fermandosi in tutte le stazioni. Un’idea semplice che si potrebbe adottare anche da noi. L’ultimo giorno a Berlino è molto intenso: dopo una visita al Museo di Pergamo e ci inoltriamo nella città viva.
Efficienti Metrò superficiali e sotterranei ci portano in pochi minuti nei luoghi più suggestivi al modico prezzo di 4 euro al giorno. La Porta di Brandeburgo e Alexanderplaz sono d’obbligo. Avveniristico il nuovo palazzo della Sony, imponente e tecnologica la Berlin Hauptbahnhof. Abbiamo prenotato, ancora prima di partire, una visita al parlamento tedesco.
Pochi minuti di fila sotto un sole cocente e siamo dentro, accompagnati da gentilissimi commessi. Comodamente seduti su eleganti poltrone in attesa della guida italiana, consumiamo un panino e della frutta fantasticando di venire scoperti da una Angela Merkel che spunta all’improvviso per rimproverarci.
Il Bundestag che all’esterno ha l’aspetto di un palazzo austero del periodo imperiale, internamente invece è molto luminoso e dotato di funzionali ascensori. Gli ambienti sono di un’architettura moderna e sobria allo stesso tempo con studiato uso del vetro-cemento.
Un inno alla democrazia e alla trasparenza. In un angolo il suggestivo “regalo” lasciato dai russi giunti per primi nel ’45 a liberare Berlino: le scritte sui muri dei soldati semplici dell’armata rossa: imprecazioni contro la guerra e voglia di tornare a casa, il vero sentimento di ragazzi di vent’anni o poco più.