Great Divide Mountain Bike Route, o sei campione o lo diventi: di Renato Frignani

Inizia la pubblicazione di un Grande Ciclo-viaggio, mai raccontato come lo trovate scritto qui. Una splendida collaborazione con l’autore Renato Fignani vi porterà a conoscere un sentiero famoso che solo i più forti di voi potranno percorrere, ma che tutti possono stupirsi leggendolo.

 

Come mi sono preparato al percorso.

Avevo voglia di avventura e sete di libertà, volevo seriamente immergermi in qualcosa che mi mettesse alla prova e mi facesse sperimentare il contatto pieno con le mie capacità e con la natura. The Great Divide Mountain Bike Route, lo trovai per caso scuriosando su internet. Non conoscevo nulla di questo tracciato, ma qualcosa dentro mi diceva che sarebbe stata una scelta gusta!  Acquisisco più informazioni possibili: distanze, luogo di partenza, luoghi di transito, ecc.

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Il GDMBR è il tracciato senza interruzioni interamente fuoristrada pensato per mountain bike lungo 4418 km e quasi 60.000 mt di dislivello positivo, costeggia le Rocky Mountain e segue quello che viene chiamato “Continental Divide”, da dove le acque si dividono per sfociare verso il Pacifico, l’Atlantico e il Golfo del Messico. Ecco alcuni dati del mio viaggio: km totali: 5388, giorni totali: 74, giorni di riposo: 8, dislivello positivo: circa 70.000 mt. Litri d’acqua filtrati: 50, cadute: 1, animali incontrati: tantissimi! Viaggiatori incontrati: tantissimi! Progettato e realizzato dall’Adventure Cycling Association e da gruppi di volontari nel 1997, il percorso subisce costantemente modifiche e aggiornamenti, sia sulle deviazioni che sulle distanze. È bene quindi essere informati prima di partire in modo tale di non incorrere in brutte sorprese lungo il percorso. Sul sito web, è indicata pure la possibilità di scaricare le eventuali modifiche apportate al tracciato, cliccando sul link “addenda”.

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Prima parte: dalla partenza in CANADA al confine USA.

Il tracciato inizia a Banff una cittadina in Alberta, Canada e termina ad Antelope Wells in New Mexico, esattamente sul confine messicano. Sviluppandosi in senso latitudinale, da nord a sud, i paesaggi cambiano in continuazione come il clima e gli animali che si incontrano. Il percorso si addentra spesso in zone molto remote dove non c’è copertura telefonica e per arrivare ad un centro abitato all’altro spesso bisogna percorrere qualche centinaio di chilometri. Il tracciato può essere percorso da nord a sud e viceversa, l’importante è calcolare bene i tempi di percorrenza in base alle stagioni. A nord, fino a metà giugno potrebbe esserci molta neve su buona parte del tracciato. Un viaggio lungo e impegnativo se lo si pensa di affrontare da soli e in autonomia. Avendo tempo a disposizione, decido di allungare il percorso e modificare il punto di partenza a di 500 km più  a nord, da Hinton, una cittadina canadese vicino a Jasper.

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Jasper e Banff sono collegate da una bellissima e panoramica strada chiamata “Icefields Parkway”. Una delle strade panoramiche più belle del Canada, non potevo non percorrerla! E’ una strada asfaltata in ottime condizioni, corsie larghe e banchina spaziosa per i cicloturisti, servizi di ristorazione e alloggi ben distribuiti senza “inquinare” la bellezza del paesaggio. Il percorso non è impegnativo, ci sono solo due passi che richiedono  impegno e pazienza. I campeggi sono  ben distribuiti e offrono servizi minimali. Questo tratto di strada mi è servito tantissimo; ho preso le misure su cosa mi serve e non mi serve e allo stesso tempo ho rodato le gambe in visione di quello che mi aspettava.mappa 2

 

Non ero leggerissimo, anzi, per cui una volta arrivato a Banff regalai della roba a una coppia che conobbi in un camping. Calcolai il minimo indispensabile, non avevo bisogno di altro. Uno dei ricordi più belli di questo viaggio è che ogni giorno imparavo qualcosa di nuovo, sia sul luogo dove passavo, ma soprattutto mi conoscevo sempre di più. In una settimana raggiungo Banff: il tempo di chiudere un libro e aprirne un altro, l’avventura wild mappala mia prima lunga avventura da solo a contatto con la natura, stava per iniziare. Partii da Banff così moralmente carico e allo stesso tempo spaventato di buttarmi in questa avventura, in luoghi dove la natura segue il suo corso spesso indisturbata e dove i suoi abitanti vivono la loro vita in armonia con essa. Il tratto canadese del Great Divide che attraversa l’Alberta e la British Columbia è prevalentemente su strade forestali o strade con fondo naturale. I miei ricordi sono il colore verdissimo della vegetazione, le fitte foreste, foreste a perdita d’occhio. Mi guardavo attorno e riuscivo a vedere solo pochi metri dentro al bosco perché gli alberi, così vicini l’un l’altro, creavano quasi una barriera naturale, mai opprimente. I primi 80-100 km erano segnalati come pericolosi per via di una elevata attività di Grizzly. Se già questo mi emozionava e mi spaventava allo stesso tempo, cercavo di non avere brutti incontri attraverso l’uso di un fischietto che portavo con me. Man mano che i giorni passano mi accorgo che acquisisco sempre più confidenza con me stesso con la mia bici e la mia attrezzatura e finalmente mi sento veramente in viaggio. In British Columbia, a causa di alcune frane, ho dovuto deviare il percorso perché la strada era stata interamente spazzata via. Avevo provato ad attraversare il fiume ma era troppo pericoloso da attraversare con una bici carica come la mia. L’unica cosa negativa di questo tratto canadese, è il frequente traffico di camion carichi di tronchi che sollevano tantissima polvere. Purtroppo non c’è nulla da fare, bisogna mettersi da parte e girare sempre con il para-collo davanti alla bocca.

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Un viaggio diventa attraente anche per gli incontri con la gente, per la conoscenza di persone che come te decidono di mettersi in sella ad una bicicletta e viaggiare, ma anche camminatori o gente comune.  Nel camping di Elkford sono stato invitato da tre signori italo-canadesi a trascorrere due giorni con loro a pescare nei fiumi dei dintorni, sono stato da loro a pranzo e cena, ho praticamente fatto una sosta non programmata ma che è stata molto piacevole. (fine prima parte)

ciaobici copertina libro moldovaLeggi altri diari di viaggio qui.

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Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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