In bicicletta tra Polonia e Repubblica Ceca, magia che annulla i confini
E’ una delle magie del viaggiare in bici: cancellare i confini. Sì, certo, Schengen ha reso vuoti ed inutili quei grigi scatoloni posti sui varchi tra un paese europeo e un altro, ma passando in auto li vedi, sono ancora lì, quasi una minaccia incombente a dirti, in questo tempo di chiusure, che forse torneranno a funzionare, che forse prima o poi dovrai di nuovo fermarti e mostrare i tuoi documenti, altrimenti tutti passano… e invadono le nostre sicurezze.
In bici no, non li vedi, perché dove passi in bici non ci sono. Tra Polonia e Repubblica Ceca passi tra i campi o nei boschi, senza accorgerti di quella linea che artificiosamente vorrebbe separare, perché campi e boschi non si possono dividere, perché sia di qui sia di là ci sono laghetti circondati da dolci canneti e brulicanti di vita nell’acqua e nell’aria, perché i piccoli paesi polacchi che incontri sono proprio come i piccoli paesi cechi, i castelli e le ville circondati da estesi e rigogliosi parchi sono affascinanti in Polonia come in Repubblica Ceca, e così anche le cittadine, curate, pulite, ricche di verde, con centri storici dai colori vivi che testimoniano felici restauri recenti. Così pedali volentieri, e con gli amici ti guardi intorno curiosa.
Succede che alla fine della prima tappa il piccolo gruppo a pedali si complimenta con chi a casa, navigando e immaginando sul computer, ha scelto di pernottare nell’hotel adiacente al castello di Ksiaz: serata ristoratrice in un luogo appartato e affascinante. E il giorno seguente ringrazia chi, appena fuori da una cittadina un po’ banale, ha scovato una villa-hotel immersa nel verde dove nel pomeriggio apprezzi le sdraio sparse sul prato sotto alberi secolari in riva ad una piccolo lago, alla sera assapori una bella cenetta a lume di candela attorno ad un elegante tavolo rotondo, infine l’indomani assaggi ogni ben di Dio ad un ricchissimo buffet della colazione: è forse per tutto questo che uno degli amici medita di restare lì e farsi venire a prendere a fine giro!
Un piccolo paradiso di silenzio e riposo si rivela anche la prima delle due soste in Repubblica Ceca: sei soltanto a 500 m di altitudine, ma l’atmosfera è di montagna, l’albergo rinnovato, di legno chiaro, con piscina e idromassaggio accoglienti, vecchio ristorante tipico, animato dalle voci di chi si guarda una partita dei mondiali di calcio tra un boccale di birra e l’altro. E’ vero che il giorno dopo la tappa inizia con una salita di 5 km fino al passo a 800 m, ma poi pedali dolcemente tutto il giorno senza più faticare tra boschi, casette con giardini, lungo laghi e fiumi, perciò succede che la ricordi come la tappa più piacevole.
E’ invece un pugno nello stomaco il pomeriggio trascorso ad Auschwitz, più impegnativo di qualsiasi salita sui pedali. Cammini a piedi nei luoghi della disumanità, vuoi vedere e allo stesso tempo pensi che preferiresti non vedere: binari verso la morte, resti agghiaccianti delle camere a gas, forni crematori, celle invivibili dove la morte è sopraggiunta per fame ed asfissia, muri per le fucilazioni e forche per le impiccagioni, baracche dove si dormiva stipati e sfiniti da fame, freddo, fatica, malattie. E la banalità del male inesorabilmente testimoniata da stanze intere di valigie, pentolini, piatti, pettini e spazzole, scarpe, occhiali, capelli: queste immense vetrine, forse, le visioni più insopportabili. E se il cielo si fa inaspettatamente cupo, e se la pioggia ti bagna mentre segui la guida che ti narra l’orrore, pensi che sia giusto così, il sole non può illuminare questo luogo di buio assoluto.
Se hai voglia di tornare alla vita e alla bellezza, le due città polacche dove il nostro viaggio è iniziato e si è concluso sono sorprendenti: Wrocław-Breslau-Breslavia la nostra partenza, Krakow-Krakau-Cracovia la nostra meta. A loro abbiamo dedicato tre sere/notti e due giorni ciascuna, prima e dopo le otto tappe in bici, e le hanno meritate in pieno: piazze stupefacenti, castelli e palazzi eleganti, cattedrali imponenti, testimonianze significative della storia e dell’arte del Novecento, architetture contemporanee interessanti, e tanto tanto verde, ordine, pulizia. Visita da raccomandare. Postilla prosaica, ma non trascurabile: comode camere doppie con colazione a buffet tra 40 e 80 €, ottimi pasti completi di bevande tra 7 e 10 €.
(Con la collaborazione di Fiab Verona)
SULLA CICLABILITA’ ABBIAMO OVUNQUE DA IMPARARE In Olanda, Danimarca, Svizzera, Germania, Austria il cicloturista italiano va sapendo che cosa aspettarsi: città perfettamente ciclabili e percorsi cicloturistici agevoli e ben segnalati. In Polonia invece ci va pensando di dover pedalare a proprio rischio e pericolo, un po’ come in Italia. Poi si ricrede. Certo sui percorsi cicloturistici i problemi non mancano, a volte si devono affrontare tratti sterrati davvero impegnativi, soprattutto per chi viaggia con bagaglio al seguito, ma la segnaletica è già apprezzabile e le strade consigliate sono effettivamente poco trafficate o affiancate da ciclabili sicure. Ma la grande sorpresa è rappresentata dalle città: a Breslavia e a Cracovia si può pedalare in centri storici con amplissime zone chiuse alle auto e in quartieri, anche periferici, serviti da una rete di piste ciclabili degna di qualsiasi città tedesca. Allargando il discorso alla mobilità cittadina in generale, si nota che anche la rete del trasporto pubblico è molto efficiente: tram, filobus, bus sono frequenti e molto utilizzati. Vogliamo parlare dei treni? A fine vacanza da Cracovia siamo tornati a Breslavia in treno a recuperare le auto: coi nostri biglietti per passeggeri e biciclette acquistati online un mese prima dell’utilizzo abbiamo raggiunto la stazione di Cracovia su piste ciclabili; grazie ad un tunnel con uscite a scivolo siamo saliti al nostro binario senza neppure scendere dalla bici; sul treno abbiamo appeso le bici agli appositi ganci nel vagone dedicato e ci siamo accomodati nei sedili a noi riservati sul medesimo vagone, bici a vista. All’arrivo a Breslavia sul binario abbiamo trovato l’ascensore, quindi nessun problema per uscire dalla stazione e raggiungere il parcheggio auto in pochi minuti su piste ciclabili. Come da noi? Eh no, decisamente meglio! |
Le 8 tappe percorse in bicicletta Breslavia (P) – Ksiaz (P) 80 km Ksiaz – Bielawa (P) 67 km Bielawa – Nysa (P) 86 km Nysa – Zlate Hory (CZ) 53 km Zlate Hory – Opava (CZ) 71 km Opava – Strumien (P) 85 km Strumien – Auschwitz (P) 51 km Auschwitz – Cracovia (P) 80 km |