Armenia in bicicletta, Carlo e Angela raccontano l'Armenian Loop II^ parte

Raccontare i giorni, le salite, gli incontri, l'ospitalità sono gli elementi che scaturiscono dall'intimo cicloviaggio in Armenia di Carlo Ghezzo e Angela. In questa seconda parte le meraviglie non mancano.

 

 armenia ciaobici caravanserraglio passo selim

26/09/2023 TAPPA 6 YEGHEGIS-MARTUNI 56 KM 1350D+

Un caravanserraglio dal 1332 offre riparo ai viandanti impone una sosta.

Oggi si scala il passo di Selim, il mitico passo di Selim!  Percorso per centinaia d'anni da carovane di commercianti e da eserciti, si trova su uno dei rami della via della Seta, che connetteva l'Europa con l'Oriente, e da buon veneziano, come un piccolo Marco Polo, sento sempre profondamente il fascino della sua storia.

La salita è lunga, sempre regolare, con pendenze dolci. Numerosi tornanti tagliano i fianchi della montagna, le viste sono spettacolari: un deserto arido di alta quota, pendii brulli bruciati dal sole dell'estate, erba secca e greggi di pecore. Qualche chilometro prima dello scollinamento un caravanserraglio che dal 1332 offre riparo ai viandanti impone una sosta per ammirarne la massiccia costruzione in basalto e il frontone decorato in stile mussulmano. Arrivati in cima al valico nessun cartello ad indicare la quota, nessuna foto di rito, solo un gregge di pecore a pascolare. Da qui sarà tutta discesa, fino alla città di Martuni, sulle rive del lago Sevan.

27/09/2023 TAPPA 7 MARTUNI-SEVAN 63 KM 300D+

ciaobici.it armenian loop sesta tappa 2

Noratus, sette ettari di terreno, più di 800 sepolture, un labirinto di khachkar

Tappa praticamente tutta pianeggiante, sempre costeggiando le acque blu del lago Sevan, uno dei laghi d'alta quota più vasti al mondo, lungo quasi 80 km e largo 55 km, si estende per 1300 km quadrati ad un'altitudine di 1900 metri slm.

Durante la strada trafficata ma mai in maniera fastidiosa, ci fermiamo al cimitero di Noratus, sette ettari di terreno, più di 800 sepolture, un labirinto di khachkar finemente decorati che racchiudono un periodo che va dal IX al XVII secolo.

Un’altra pausa obbligata, il monastero di Hayravanq, la sua sagoma si riflette nelle acque profonde del lago Sevan in uno scenario bellissimo. Troviamo alloggio al Lavash hotel, un bellissimo “resort”. Il bungalow, molto curato, ha una enorme vetrata che guarda verso il lago, 15€ a testa e colazione compresa, per una location che ci sembra di lusso.

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28/09/2023  TAPPA 8 SEVAN-DILIJAN 49 KM 350D+

Tappa corta, tappa facile, tappa veloce.

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I venditori di pesce affumicato e seccato ai bordi della strada ci accompagnano per una ventina di chilometri costeggiando il lago per arrivare al monastero di Sevanavank, il più importante e imponente dei monasteri che si affacciano sulle acque fredde del lago. Una visita è d'obbligo e il panorama è mozzafiato. Una volta lasciato il lago alle nostre spalle la strada inizia a salire, dolce e regolare verso il passo di Sevan. Il traffico è praticamente inesistente perché una galleria consente alle auto di evitare la salita e raggiungere Dilijan più velocemente, mentre noi ci godiamo la scalata attraversando un paio di villaggi autentici dal forte animo rurale, con i bambini che ci spiano curiosi, e gli adulti che ci invitano alla sosta. Il passo a quasi 2400 metri di quota offre un classico ambiente arido di alta montagna, nessun cartello a segnare la cima, solo un gruppo di cavalli al pascolo brado. Da qui tutta discesa fino a Dilijan, oltre mille metri di quota da percorrere immersi in un tripudio di colori autunnali.

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29/09/2023 TAPPA 9 DILIJAN-DEBED  60 KM 950D+

Una delle ultime comunità di Molocani, una minoranza religiosa di origine russa.

Oggi ci sorprenderemo, come solo un viaggio in terra straniera sa sorprendere. Lasciamo Dilijan e iniziamo a salire seguendo la Highway per Vanadzor che si rivela comoda e poco trafficata. Alla fine della salita una strada secondaria che attraversando due villaggi corre parallela offre una variante che noi prendiamo. Al primo di questi villaggi, Fioletovo, le cose non ci tornano, le case sono sempre spiccatamente rurali, ma diverse, i primi abitanti che incrociamo hanno tratti somatici particolari, sono alti, grandi, portano lunghe barbe colore biondo o rossiccio, vestono all'antica, con larghe camicie bianche. Una ricerca su Google ci dice che siamo in una delle ultime comunità di Molocani, una minoranza religiosa di origine russa, che dal 1600 si è staccata dalla chiesa ortodossa russa subendo continue persecuzioni e trovando rifugio in queste terre, continuando a coltivare un stile di vita lontano dalle modernità, basato su un'agricoltura di sussistenza e sul mantenimento delle antiche tradizioni.

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Sono una popolazione molto schiva, da loro riceviamo solo qualche cenno di assenso col capo e lievi ma dolci sorrisi, forse dovuti al nostro strano modo di viaggiare. L'arrivo a Vanadzor invece ci riporta alla realtà e all'impronta che la madre Russia ha lasciato in queste terre, grigi blocchi abitativi, quartieri anonimi, un senso di abbandono. Però komoot ci ha messo un po' di divertimento, e per uscire dalla città senza finire in mezzo al traffico ci ha aiutato a disegnare una traccia che tramite sterrate e qualche facile single track, aggirando cortili e proprietà private ci porta all'ingresso della valle di Debed evitando una galleria che sembrava obbligata.

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Da Vanadzor la strada segue il fondovalle, è trafficata e non gradevolissima, ma neppure pericolosa, c'è del traffico pesante, essendo una delle maggiori vie di comunicazione con la Georgia, ma una piccola corsia laterale consente una pedalata in sicurezza. Subito dopo il centro visitatori, dove in caso di emergenza troverete anche un noleggio bici e una piccola officina, lasciamo la valle per salire in pochi chilometri a Debed, un villaggio adagiato sulle colline. Dormiamo in una bellissima guesthouse gestita da due giovani ragazzi che da Yerevan hanno deciso di stabilirsi tra la pace di queste colline, passiamo la serata tra bicchieri di vodka a confrontare i nostri mondi, a raccontarci le nostre vite.

30/09/2023 TAPPA 10 DEBED-HAGHPAT 52 KM 1200D+

Sanahin, in mezzo ad una foresta, uno dei siti più visitati.

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Iniziamo la giornata correndo tra le dolci colline che sovrastano la gola del Debed, tra prati verdi e animali al pascolo. Riscendiamo nel fondovalle ed arriviamo ad Alaverdi, paese che si divide in due livelli, nella vallata, bagnato dal fiume Debed, c'è il vecchio polo industriale, un relitto dell'epoca comunista, un groviglio di ferro e ciminiere, grigio e ruggine, e il centro abitativo, che probabilmente ospitava la maggior parte degli operai, che si trova 300 metri più in alto ed era collegato alle fabbriche da una funivia. Ci arriviamo dopo una regolare salita, e quello che troviamo è un paese mezzo abbandonato, alti palazzoni tetri riflettono il loro grigiore nell'azzurro del cielo, qualche attività commerciale, un paio banchetti che vendono verdura, le strade in rifacimento, tutte scassate, danno al paese un'aria ancora più disastrata. Ma il passaggio per Alaverdi è strada obbligata per il monastero di Sanahin, uno dei più importanti del paese, in mezzo ad una foresta, svariati edifici religiosi lo rendono uno dei siti più visitati del paese. Dal monastero una bellissima discesa sterrata mette un po' in difficoltà le nostre bici e ci riporta nel fondovalle, da qui, dopo pochi chilometri, un'altra salita, l'ultima di giornata ci porta al monastero di Haghpat, altro sito patrimonio dell'umanità.

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01/10/2023  TAPPA 11 HAGHPAT-STEPANAVAN 61 KM 1100 D+

Uno sterrato percorre tutto il bordo della gola.

 

Dal monastero scendiamo per l'ultima volta nel fondo della valle del Debed, ritorniamo al polo industriale di Alaverdi e da qui, una lunga salita ci porta in cima al bordo destro della gola, nel paese di Odzun, dove visitiamo il bellissimo monastero. Da qui la strada si fa entusiasmante, una traccia sterrata percorre per svariati chilometri tutto il bordo della gola, le visioni sulle pareti che precipitano verticalmente sono vertiginose, rapaci che volano, avvoltoi che sfruttano le correnti ascensionali per compiere eleganti cerchi nel cielo, il panorama incorrotto, l'assenza totale di traffico rendono questo segmento uno dei più entusiasmanti del viaggio.  L'arrivo a Stepanavan ci presenta un bel quadro di vita agricola, tra dolci pendii dove è in corso la raccolta delle patate, principale coltura della zona, che vede impegnata gran parte della popolazione.

02/10/2023 TAPPA 12 STEPANAVAN-SPITAK 55 KM 900D+

Ambiente naturale incorrotto, colorato dall'arrivo del prossimo dell'autunno.

Giornata semplice e diretta, per raggiungere Spitak, città devastata dal terremoto del 1988 c'è solo una strada percorribile in bicicletta, la vecchia carrettiera del passo Pushkin, oggi non più trafficata a favore del più comodo e veloce tunnel che evita i tanti tornanti per il passo. La strada risulta quindi completamente abbandonata, l'asfalto ormai mangiato dal tempo lascia spazio ad un fondo sterrato misto ma di buona qualità. Come tutte le strade di montagna finora percorse la pendenza non è mai eccessiva, la salita diventa faticosa ma al contempo piacevole, in un ambiente naturale incorrotto, colorato dall'arrivo prossimo dell'autunno. In cima solo qualche pala eolica, nessun cartello ad indicare la cima, e anche questa volta nessuna foto di rito. Discesa veloce e altrettanto velocemente ci ritroviamo a Spitak, dove alloggiamo nell'unica struttura trovata, un paio di camere vengono affittate nell'edificio scolastico del YMCA, non il celebre brano dei Village People, ma la “young men’s christian association”, probabilmente figlia dei vari aiuti umanitari giunti qui nel post-terremoto, e che furono i primi aiuti che dalla fine della seconda guerra mondiale dall'ovest riuscirono a superare la cortina di ferro.

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Fine seconda parte

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Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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